venerdì 30 dicembre 2011

L’ultimo Yuga

Sfioro la mia ombra
che vive per me la mia vita
lei respira l’aria infetta che mi nutre
io vivo il mio opposto
perché almeno mi resti
la speranza d’amare

giovedì 29 dicembre 2011

Ai miei fratelli

Facce come prima di essere nate
facce senza futuro
occhi di universo che non vedono
occhi dove guardi il tuo dio
bocche di baci negati
bocche affamate
seni di figli non voluti
seni di figli amati, morti
mani, mare sterminato di comunione
donne che mai ameranno uomini che non ameranno
distanze impossibili
di acqua di luce di vita
i miei antenati africani
li voglio liberi.
Grazie Stefania per le "“Emozioni Africa” " che mi hanno emozionato.

martedì 27 dicembre 2011

“…tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi”

Giorni di preghiera, sì le festività natalizie sono il momento giusto per rivolgere i propri pensieri all’”altrove”, io non mi sono voluto sottrarre e, ho aperto il vangelo:
“Lei è all’orizzonte. […] Mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi.
Cammino per dieci passi e l’orizzonte si sposta di dieci passi più in là.
Per quanto io cammini, non la raggiungerò mai. A cosa serve l’utopia?
Serve proprio a questo: a camminare.”
“Il Vangelo di un Utopista” di Don Andrea Gallo, Aliberti Editore. Gallo cita lo scrittore uruguaiano Eduardo Galeano. Anche il titolo è tratto da uno scritto di un altro utopista, Fabrizio De Andrè: “Smisurata Preghiera”, una meravigliosa “canzone” che, secondo Don Andrea, è la perfetta sintesi del Vangelo di Gesù.

Buone Feste, e buona Utopia a tutti!

P.S. Non vi sembra che quello che scrive Galeano, somigli molto all’utopico camminare per mai raggiungere il sentimento universale, materia e spirito, che è il DNA anche del dio di tutti?

martedì 20 dicembre 2011

Id quo maius cogitari nequit

Sentii, appena
l'ultimo richiamo
dell'ultimo angelo
che mi ero già incamminato
avevo sempre saputo
quando quel momento sarebbe giunto.
Appesantito dal fardello del tempo
prostrato e stanco
giunsi alla porta del padre,
Perdonami, dissi
non mi è bastato amare
per capire l'amore,
e lui splendente di verità,
gli uomini hanno rinnegato la conoscenza
per questo non vedranno mai la strada
e saranno per sempre incapaci d'amare.
Non esiste niente di più grande
dell'amore che si nutre di sapere.

martedì 13 dicembre 2011

Il respiro del silenzio

Viaggio nelle oscure profondità della mia anima
sospeso nel rumore assordante
delle voci di facce senza volto,
emozioni spente di fantasmi
che mai hanno vissuto.
Solo Hathor
che guarda piangendo
il mio faticoso errare
mi possiede di armonie mai scritte
di quiete profondità vuote, senza note
che mi risvegliano dal torpore di morte,
e il rumore cessato
ora ha le tue sembianze,
con il silenzio
respiro
nel mondo in cui rinascerò

domenica 27 novembre 2011

La Sorte degli uomini- Jared Diamond

Jared Diamond, biologo americano, nel suo libro “Armi, Acciaio e Malattie” con il sottotitolo “Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni”, propone le sue teorie su basi scientifiche, per una rilettura, una riscrittura della storia del mondo, dove le diversità geografiche, la genetica (insieme con altri fattori) hanno determinato l’egemonia di un popolo anziché di altri. Un lungo, incredibile viaggio che con “La Sorte degli Uomini” si legava in modo straordinario:
“Cosa deve fare un’élite per avere il consenso popolare e allo stesso tempo mantenere il suo stile di vita?” Scrive Diamond nel capitolo “Dall’uguaglianza alla cleptocrazia”, e indica quattro punti, vi trascriverò il quarto.”Fabbricare un’ideologia o una religione che giustifica la cleptocrazia. Gli uomini delle bande e delle tribù credevano già nelle entità soprannaturali, ma questo non giustificava l’esistenza dell’autorità o del trasferimento di ricchezze, e non bastava a frenare la violenza. (carattere connotativo delle bande e tribù, trattato nei capitoli precedenti, N.d.A.) Quando un insieme di credenze fu istituzionalizzato, proprio a questo scopo, nacque ciò che chiamiamo religione…. Così potevano dire al popolo che lo servivano, facendo da intermediari con il soprannaturale....”
La sorte degli uomini è legata anche a questo.
(Jared Diamond, “Armi, Acciaio e Malattie-Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni”, Einaudi, 2010, la citazione è a pag. 220)

sabato 26 novembre 2011

La Sorte degli uomini- Il dialogo

Una lunga interminabile fila di uomini, non si conosce l’inizio, quanti siano. Ognuno di loro porta, nella mano sinistra, un piccolo oggetto, mille e mille piccoli oggetti, doni per il Signore del Tempo, metà uomo e metà cane, che custodisce il destino di ciascuno di loro. Solo l’ultimo della sterminata coda, una bambina vecchia, ha le mani vuote. Quando il cane dalle fattezze umane, si accorge di quell’essere, ai suoi occhi ripugnante, tuona – perché ti presenti al tuo padrone senza niente.
La bambina che custodisce il segreto mai svelato di sua madre, per niente impaurita- perché dovrebbe interessarmi la mia sorte, se la conosco già, morirò giovane come mia madre, avrò dei figli che mai potrò amare, perché moriranno prima che i miei occhi si asciughino, avrò fame, avrò sete, non mi accorgerò dell’uomo che dice di amarmi, perché vedrò la sua ombra allontanarsi da me, sempre più lontano, per non morire. Perché dovrei sapere, se già so, tu potrai solamente dire quello che sapeva mia madre, che io conosco e che sapranno i miei figli, il nostro destino è la morte senza conoscenza, e tu, questo non lo potrai cambiare. Perché dovrei portarti in dono ciò che non possiedo, come non lo possedevano tutti i dannati che mi hanno preceduta. L’uomo cane, quasi insensibile alle terribili parole della bambina, arcigno ribattè- e allora perché tutto questo viaggio, per giungere alla montagna della fine.
Lei, quasi con un sorriso benevolo consapevole della cecità del potente Signore- perché è venuta l’ora di svelare il segreto che custodiamo dalla notte dei tempi, il segreto di tutti gli uomini vissuti e di quelli che nasceranno: tu esisti perché esistiamo noi, i morti che vivono e, quando noi non saremo più, voi scomparirete, e tutte le cose che avete custodito saranno polvere, e nella polvere è celata la vostra stessa sorte, quando l’ultimo respiro dell’ultima donna cesserà, tu sarai l’origine di un altro ciclo cosmico di uomini morti che vivono, e viaggerai per tutta la tua vita per giungere alla sacra montagna della fine, per perpetuare la dannazione di coloro che non hanno conoscenza, che viaggino, o che abbiamo sembianze di cane.
In quel preciso momento, esalò un ultimo respiro che echeggiò con la potenza dirompente della profezia- che tutto si compia con me, l’ultima.

giovedì 24 novembre 2011

La necessità del sapere

Ho ascoltato insonne
il senso che non trovavo
mi sono rigirato nel letto, Universo?
Dovevo sapere.
Ho sfogliato le pagine mie preferite, Immenso?
La mia inquietudine negava,
niente poesia,
ora sfoglio il libro degli Angeli, Luminoso?
Perché, non ricordo?
Cerco nel suo opposto
la lunga lista dei perduti, Dannazione?
Le cose che so, Miseria?
Quello che ho cercato, Tormento?
Ciò che ho perduto, Vivere?
Carne e sangue, Estasi?
Sostanza? Essenza? Magma? Nuvola?
Esistere?
Assenza? Ansia? Scoperta? Illusione?
Forse Divino?
Il cantare fastidioso, meccanico del giorno
la tenue luce,
mi ricorda la vita
oramai sveglio
finalmente capisco,
sintesi è negazione,
e tutte le parole non avrebbero mai composto
il significato vero di
Amore.

martedì 22 novembre 2011

Congiunzioni

Sospeso
aspetto che si compia
la congiunzione dei miei opposti
per declinare tutte le formule
dell’arcano attimo padre del tempo
in canti di felicità sussurrati,
che la primavera e l’autunno
l’estate e l’inverno
possano rinascere nella sola stagione
dove l’amore è sole e luna
notte e giorno,
nutrimento
d’immenso e d’abisso
di felicità e perdizione
un unico punto
nel vuoto eterno del tutto.

lunedì 21 novembre 2011

Quello che sarà

Vagano gli Antichi Padri del deserto
senza più carne, senza sangue
deviazioni della natura, e
umani.
Vagano prima che il tempo iniziasse,
vagano consapevoli
che è lì,
la casa invisibile dalla porta celeste
dove l’angelo con la bilancia attende il male:
Qui abita Colui che era, che è, che viene.
Entrate,
e che il giudizio si compia.

domenica 20 novembre 2011

dormi, Amore

Dormi, Amore
chiudi i tuoi occhi all’ultimo raggio di luce,
dormi, amore
che dorma la tua bocca
che bacerò ad ogni fremito,
dormi, amore
posa il tuo dolce viso, stanco
sul cuscino
perché tu possa sognare la bellezza
di ciò che è stato,
dormi, amore
io veglierò su di te,
con la mia spada di cristallo,
trafiggerò
uno ad uno, o tutti insieme
i mostri mangiatori di tempo,
dormi, amore
e lascia che solo il tuo cuore resti sveglio,
batta forte
a ricordarti
che vivi
lontana dall’altrove
dove l’ultimo raggio di luce
illumina la morte.

venerdì 18 novembre 2011

Wazlaga

La mia mente alterata
e spaventosi dolori al ventre
non vedo neppure il moto dell’acqua
ininterrotto,
spingere la balena
dalla grande bocca
che parla agli invisibili
delle possenti mani con tre dita
che stringono la mia anima
e gridano, senza alcun suono
per orecchie profane,
solo io posso avvertire
la potenza della possessione,
e la candida bestia che porta con sé
l’ultimo tratto del viaggio
implora le orrende creature
di essere leviatano
e risparmiare
gli occhi di lacrime
che in eterno saranno
acqua e mare
fino al compimento del tempo.

giovedì 17 novembre 2011

Il Tutto e l’Oltre

Chiamami ancora
urla la tua passione,
e il mio nome
che fuggano
i demoni che mi possiedono
mentre vivo
oltre la perdizione

I cento oscuri

Schiere armate di guerrieri
dai lunghi denti e
le zampe di lupo
i corpi straziati di bambini senza futuro
si offrono, morti
ai mangiatori di anime.
Lontano, sulla collina
le ali spiegate
il nero Signore della notte eterna
non di sangue si nutre
ma di sola certezza
che non vivranno,
mai più
anime innocenti.

lunedì 14 novembre 2011

Genesi

Non utilizzerò le interpretazioni, che di questo passo dell'Antico Testamento (in special modo quella della religione ebraica) riempiono piene pagine e pagine, ma mi limerò a trascrivere il versetto della Bibbia diciamo, versione CEI:

Genesi 3, 1-13...."ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete...........Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! ...........Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male..... Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture".
E' una scelta difficile: rimanere ciechi, inconsapevoli, schiavi delle tenebre, o soffrire, nudi nella condizione umana, e liberi.
Io da padre, avrei detto a mia figlia, se vuoi mangiare il frutto della conoscenza, sei libera di farlo, sappi, che i tuoi occhi vedranno la bellezza, e il tuo cuore sanguinerà d'amore, ma, vivrai.
Un padre vero è molto meglio della sua interpretazione.
Non utilizzerò le interpretazioni (in special modo quella della religione ebraica), che di questo passo dell'Antico Testamento riempiono piene pagine e pagine, ma mi limerò a trascrivere il versetto della Bibbia diciamo, versione CEI:
Genesi 3, 1-13...."ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete...........Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! ...........Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male..... Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture".
E' una scelta difficile: rimanere ciechi, inconsapevoli, schiavi delle tenebre, o soffrire, nudi nella condizione umana, e liberi.
Io da padre, avrei detto a mia figlia, se vuoi mangiare il frutto della conoscenza, sei libera di farlo, sappi, che i tuoi occhi vedranno la bellezza, e il tuo cuore sanguinerà d'amore, ma, vivrai.
Un padre vero è molto meglio della sua interpretazione.

sabato 12 novembre 2011

Tensioni

Mi piacerebbe citare uno dei miei autori preferiti,ma questa volta non lo farò, anche se “Tensioni” è intriso dei suoi insegnamenti, “Libertà” e “Esistenza”, sono come “notte e giorno” indissolubili, fino a quando ragioneremo nei termini temporali che abbiamo imparato. Gli insegnamenti servono, ma senza l’ispirazione sarebbero inutili, non potremmo perpetuarli, per questo ringrazio il mio amico F. che mi ha ispirato.
Grazie F, non sarà facile “economizzare le tensioni”, perché è la tua dimensione di libertà.

Tensioni
1
Fermo in una buia stazione
la mia vita
in attesa
guardo lontano il binario
l’inizio,
il lungo viaggio
scomodità
e incanto
disperazione e promesse,
aspetto ancora
che tutti si radunino
perché vedano i miei occhi
che ricordavano di bambino
stanchi di tanti viaggi
promettere
una sosta che mi faccia esistere.
2
Sfuggo le tenebre
che nascondono la luce
dell’altro me,
notte e giorno
una corsa forsennata lontano da me stesso.

3
La mia testa esplode
non posso mitigare
le tensioni del mio malessere
ma solamente vivere di libertà.

mercoledì 9 novembre 2011

Ereshkigal

Salvami dalla grande terra
perché possa vivere
l’illusione dei miei occhi piangenti
che nutrono
il deserto che sono
brillare degli infiniti colori
della felicità negata

Lucifer

Mille giorni orfani di luce,
aspetto che rischiari
perché possa vedere
l’abisso
risolversi
nel giardino della mia infanzia

lunedì 7 novembre 2011

Astaroth

Sono
illuminato
da tenue luce
di notte di luna,
le ombre di oscura essenza
danzano immobili
nel grande teatro
delle anime perdute
che lo spirito del drago
sorveglia,
perché il buio non nasconda
gli occhi innocenti
degli uomini che sono morti
d’amore promesso.

venerdì 4 novembre 2011

Non ero io

Sommo algebricamente
tutte le cose di cui sono fatto
una ad una, le controllo
per non scordare niente
ma l’effetto si nega alla verifica,
riprovo
cento, mille volte
ma l’intero, non sono io.
Ricontrollo per l’ultima volta
e la mancanza adesso è evidente
tra le voci “dimensioni dell’essere”
aggiungo, Poesia
e, dopo venti anni, finalmente
mi addormento.

giovedì 3 novembre 2011

Maestri

Respiro a fatica
mentro guardo i colori della notte
i pensieri ottenebrati d’illusioni di morte,
la bocca che sputa sangue
le mani scosse dagli ultimi fremiti,
la mia testa caduta nel baratro.
Ma quando il mio maestro dice
E’ ora, andiamo
la luce dell’alba
illumina le mie passioni
e la sua vita,
diventa la mia vita.

Devo ringraziare Irma, la mia maestra di T’ai Chi Ch’üan, che parlando del suo maestro, ha raccontato un’incredibile storia di “alchimie interiori” che ha ispirato “Maestri”

lunedì 31 ottobre 2011

Infinito? Si, grazie

Argomentare secondo il principio "Non si può procedere all'infinito" di Tommaso D'Aquino, è come mettere la ragione al guinzaglio, e, parlando di Dio, perché nelle riflessioni del pensatore quel principio è alla base delle congetture sull'esistenza e la sua dimostrazione, dell'essere supremo, argomento che, nella mia personale ricerca di spiegare a me stesso la mia anima, mi porta a studiare cose che capisco solamente come principio ispirativo. Questo argomento, dicevo, mi ha fatto divagare e, come mi capita ogni tanto, l'ho buttata in matematica. Ho postulato, non da matematico, naturalmente, perché non lo sono, ma da poeta, perché credo di esserlo, in maniera autoreferenziale.
Il postulato:
Se una sequenza data di numeri, termina con il segno di "infinito", tutti i numeri non indicati non possono esistere perché il segno di “infinito” è sostituito da “Dio”.
“Non est procedere in infinitum”, è vero, ma non scordiamoci che il cervello umano (nella stragrande maggioranza dei soggetti) non può, non deve concepire l’infinito, perché è una regola basilare dell’evoluzione delle specie: è un fatto di nuda e cruda sopravvivenza. Altro che dimostrare senza ragionare!

mercoledì 26 ottobre 2011

Sordo

Non sento la tua voce innamorata
che grida,
roca
non lasciarmi,
morirei.
Vivo d'aridità vivo da morto
non sento pulsare il mio cuore
vivo contro la mia volontà
non sento la tua voce,
io non sento la voce di chi vive

martedì 25 ottobre 2011

Se tu non fossi stato lì

Ho lasciato le mie cose
in ordine
i miei libri
la mia musica
ho serrato la porta
per l’ultima volta
e mi sono incamminato,
lentamente
verso la fine.
Se tu non fossi stato lì,
dietro il primo angolo che la strada disegna
prima dell’abisso,
se tu non mi avessi fermato
con la tua gentile determinatezza,
non sarei tornato indietro
se tu non mi avessi bisbigliato
“per favore, non morire presto”
non sarei di nuovo qui,
a rendere disordine
ciò che per me è vita.

sabato 22 ottobre 2011

Il dente e il topolino

Quando un bambino perde un dente, si dice, che se lo nasconde a occhi curiosi, al sopraggiungere della notte, quando tutti dormono, un topolino bianco verrà a prenderselo. Si dice anche che, lo andrà a portare in un luogo segreto che, pare, brilli della luce innocente di milioni di piccoli denti. Se state pensando che è semplicemente un topo che ruba, vi sbagliate, perché al posto del dente, lascerà, esattamente dove si trovava, delle monete. Ora, sappiamo, dove prende i denti, ma non le monete, questo la legenda non lo dice, ma si sa, con assoluta certezza, che non è il solo a possedere monete di cui nessuno ne conosce la provenienza, ma questa è un’altra storia.
Questa mattina, ero appoggiato alla soglia della finestra a fumare, nell’ossessiva sfida di incontrare io, per primo, la nera signora dell’ineluttabilità, quando:
“Pà?”, ripetuto, e con toni sempre più crescenti. La voce di mia figlia.
“Che succede?”
“Ho trovato queste, il topolino”, e mi mostra le monete.
E mentre il suo essere di bambina reclama ad alta voce futuro, la meraviglia nei suoi occhi mi fa pensare alla magia che crea certezze, e per un attimo, anche io, credo.
Un attimo, poi sono tornato alla mia sfida.

venerdì 21 ottobre 2011

E ora appari

Non ricordo di averti chiamata
e ora appari
vestita di nuvola
come il mio cuore implorava

giovedì 20 ottobre 2011

Abaddon

Un tocco leggero,
sfiorare la mia spalla
mi voltai, annuendo
ero pronto
alzai il bavero del cappotto
e mi incamminai
verso la strada polverosa
che mi portava via
non sarei più tornato,
per sempre sepolto.
Così mi ha detto l’angelo dell’abisso,
quando leggermente toccò la mia spalla.

domenica 16 ottobre 2011

Oltre la fine

Uno, La fine

Proruppe in un suono cupo
tutta l’energia nascosta dell’universo
le montagne tremarono
il mare divorò ogni cosa
il vento impazzito distrusse tutti gli incantesimi
il fuoco bruciò ciò che ricordavo.
Solo il tenero abbraccio
degli amanti
continuò ad esistere,
per l’eternità

Due, L’oltre

Ferma il rumore assordante
che parla alle mie angosce
non voglio sentire
se tengo strette le tue mani
per ritrovarti,
oltre la fine

Tre, Quello che ricordo

Non ricordo quando tutto finì
quando la foglia pallida
terminò la sua corsa
non ricordo quando tutte le acque della terra si acquietarono
non ricordo quando il piccolo fiore di ghiaccio
alzò la sua preghiera al sole
mi ricordo della tua piccola bocca
iniziare il viaggio,
e continuare
anche adesso, che non ricordo

mercoledì 12 ottobre 2011

La tua assenza

Urlo il tuo nome che non scorderò
e le tue labbra che non potrò sfiorare
mai più
il dolore dei miei passi incerti
riempie
il baratro che ho oltrepassato
sospeso sull'abisso
della tua assenza

martedì 11 ottobre 2011

SMS 9 e 11

Nono

Le profonde paure
non mi distolgono dalla libertà d’amare
perché si compia
l’eterno rito
del viaggio che non finisce mai.


Undicesimo

L’incertezza del cammino
non offusca la bellezza del viaggio
anche se scopro
che non ho con me
la mia vecchia valigia

venerdì 7 ottobre 2011

SMS 8 continua.....

Prenderò la luce + luce
che esiste
con leggerezza la porterò
vicino al tuo cuore,
perché tu possa vedere
con gli occhi dell’infinito
il cammino che hai dentro

giovedì 6 ottobre 2011

SMS 2 e 3

Secondo
La leggera brezza oramai è un lontano ricordo, la sua forza ha distrutto le cose certe, ora corre senza pensiero, per finire il suo viaggio dove tutto è iniziato, nel cuore di coloro che amano.

Terzo
Mia piccola “dolci note” il tuo pianoforte è in salvo, è in salvo anche tutto il bene che ti voglio!!!!

Continua...

mercoledì 5 ottobre 2011

SMS

Cercavo di eliminare alcuni messaggi dal mio telefono, ero lì a toccare la funzione "elimina tutti", quando ho pensato che se si confonde il mezzo con il fine, si utilizzerà il mezzo stesso come fine. Ho spostato il dito medio dalla tastiera virtuale e, sono andato a leggere i messaggi che intasavano la memoria del mio telefono, la mia memoria li aveva già cancellati. Li trascriverò così come li ho ritrovati, evitando di citare i destinatari, le motivazioni, le date e tutto il resto, se la magia si deve compiere, si compia.

Primo

La superba danza del tempo, stanotte, ha dato uno spettacolo supremo. I protagonisti, l'acqua
e il vento, hanno messo in scena la straordinaria mutabilità delle cose.
Oggi si respira aria di riconciliazione, con la vita.
Il tuo poeta.

Continua... (gli sms non erano poi così pochi)

martedì 4 ottobre 2011

Percorsi contrari

Non potrò mai salvarmi
l'abisso mi protegge
mi lusinga
mi abbaglia
sono vivo nella perdizione consapevole
della profondità incolmabile

lunedì 3 ottobre 2011

Esiste un luogo

Esiste un luogo dove hanno abolito le parole
non servono
un luogo dove il silenzio non è angoscia
ma amore
che affratella
tutti gli individui
che non hanno voce

Supersimmetrie, perché la fisica delle particelle mi piace

Se siete alla ricerca dell’impossibile, avete due strade da seguire, o guardare dentro di voi, o lontano nello spazio remoto, lo spazio immaginabile, dove tutto, pare, possa accadere. Come esattamente succede lì, molto più vicino a voi, nel centro delle realtà possibili, nel vostro cuore.
Se i fisici cercano le supersimmetrie, una sorta di legame cosmico assoluto, esse vivono da sempre nel più profondo recesso dei nostri desideri e, sono magicamente sospese, disordinatamente in ordine, per orchestrare le particelle elementari che compongono l’amore e legarle simmetricamente. Anche i fisici conoscono questa legge universale, almeno quelli che amano.

mercoledì 28 settembre 2011

Il bambino parlerà

Nessuno racconterà mai la tua storia
le cose importanti
quelle insignificanti
tutta la luce e le tenebre
che sei stato
ciò che hai voluto
quello che non hai mai avuto
nessuno ricorderà
il tuo luogo buio
solitario
davanti a una parete bianca,
volteranno le loro facce
quando il bambino che guarda la vita
in piedi
comincerà a raccontare tutte le storie del mondo
e una, dimenticata
che racconta di se
di come si è perduto perché parlava d'amore.

martedì 27 settembre 2011

Canto per Anna e Letizia

Se un giorno vi capiterà di incontrarle, e vi sentirete ad un tratto in pace, se non riuscirete a capire perché improvvisamente, quello che credevate impossibile vi appare reale, vedendole, non chiedetevi altro, chiudete gli occhi e, sfogliate il grande libro degli Angeli, lì troverete i loro nomi, i loro volti, il tempo immutabile che abitano per orchestrare magiche simmetrie, e da lì guardare con occhi benevoli i fili che il caso recide, per riannodarli, uno per uno, con sapienza, perché la grande tela possa conservare tutta la grazia degli infiniti punti che tutti gli esseri viventi compongono in un'unica luce di assoluta bellezza. E quando tutto ritornerà come dopo la tempesta, scorderete tutto di loro, i loro volti, i loro nomi, ma se presterete appena un po di attenzione, vi vedrete avvolti da infiniti punti di luce, come se voi stessi foste l'universo.

Grazie Anna, grazie Letizia, per avere annodato il mio filo spezzato, e grazie per la luce che mi avete ridato.

venerdì 23 settembre 2011

Saltare, sempre!

A chi non è mai capitato di fare una dichiarazione d'amore, a una Lei o a un Lui, interi discorsi o solamente una parola, di cimentarsi anche contro la personale propensione a considerarla come un momento inutile ma inevitabile, imbarazzante, profondo, eccitante, deprimente che precede la più disperata angoscia nel caso di un "no" o, la pura follia quando la bocca, l'altra, pronuncia l'avverbio della felicità: "SI". Io vi chiedo se poi, dopo la dichiarazione d'amore intendo, vi siete pentiti del momento, delle parole, di come eravate vestiti, di tutto insomma, o invece, non vi siete pentiti di niente.
Perché che lo vogliate o no, molte volte resta l'unico, isolato momento magico che potreste vivere, ma come tutti i salti nel buio, bisogna saltare, anche quando hai la consapevolezza, o la visione che vai incontro a un abisso senza fine, abitato solamente da esseri striscianti.
(Dedicato a un'amica che ha saltato, e ancora viaggia!)

giovedì 22 settembre 2011

Quando sarà

Vago assente assetato
nudo
verso la fonte a cui non giungerò mai
le mie mani
morte
cercano l'aria assente
spalanco la bocca di sete
priva di parola
e i miei occhi
offuscati
mi costringono
a guardare
il vuoto.
Cammino lento
e lentamente si allontana
l'acqua che mi disseterà,
solo il mio cuore
procede cadenzato nel tempo immobile
distaccato
perché lui sa cos'è la perdizione,
sa quando è il momento di bere.

mercoledì 21 settembre 2011

Una luce accecante

Ieri ho rivisto Roberto, dopo l'incidente, ha parlato solamente di lei, Tiziana, nei suoi occhi ho riconosciuto una luce che mi è familiare, la luce abbagliante dell'amore. Voi non sparirete mai, perché sopportate la felicità.

Il mare dove mi sono perduto

Mi sono perso in un mare di tartarughe
risalito a respirare
non riconosco più la riva
Mi sono perso in un mare di essenze
risalito a respirare
non riconosco più i fiori
Mi sono perso in un mare di colori
risalito a respirare
buio
Mi sono perso in un mare di voluttà
risalito a respirare
non riconosco più il lusso della calma
Mi sono perso in un mare di tempesta
risalito a respirare
ho gridato, solo
Mi sono perso in un mare di promesse
risalito a respirare
ho ascoltato bugie
Mi sono perso in un mare di parole
risalito a respirare
ascoltavo silenzio
Mi sono perso in mare
non sono risalito
a respirare.

martedì 20 settembre 2011

Default

Un termine ricorrente in questi giorni "Default", è enunciato per certi aspetti, per mettere paura, predisporci al peggio, per altri versi è così ricorrente, in così tanti luoghi quasi da perdere la sua carica drammatica.
E mentre i veri signori della terra organizzano ricchezze inspendibili, il coro planetario dei perché, alimenta la platea della connivenza cieca dei "coltivatori di sterpaglie".
Contrariamente a quanto faccio di solito, voglio spiegare cosa intendo per "coltivatori di sterpaglie".
Uno degli atteggiamenti comuni agli individui (consapevoli o no) nella logica consumistica è, nonostante la socialità(?) spinta dell'epoca che viviamo, di ragionare in termini egoistici, di minimalismo evolutivo (salvare se stessi, e in culo tutti gli altri) che li porta a ipotizzare un mondo planetario, di cui cianciano, nei termini, nei confini dei loro piccoli interessi, del proprio giardino, non il giardino che si nutre del volo delle api, che non hanno confini, che si nutre della bellezza che è ovunque e viene da dovunque, ma quello in cui ne limitiamo la visione, le contaminazioni le inclusioni, in cui se ne limitano i colori, i profumi, se ne limitano le essenze, gli scambi, anche culturali, che hanno da sempre dato la possibilità all'uomo di creare, o ricreare, fantasmagorici scenari di rara bellezza. In assenza di tutto ciò (e di molto altro, per la verità) il nostro giardino incredibilmente ci appare lussureggiante, ma utilizzando parametri "visivi" diversi, lo scenario è diverso: vedi un giardino abitato solamente da sterpi, brullo, incolore, senza odori ma, bel delimitato e ben difeso (che è uno dei fattori per cui ci appare quello che non è). I possessori, che ne abbiano o meno il titolo, di questi giardini, di fatto coltivano sterilità, sterpaglie, vantando mirabilia con il vicino, diviso da alti muri culturali che scambiamo per orizzonte. Ecco perché, come ci potrebbe spiegare in maniera profonda il professore Andreoli, siamo, nonostante abbiamo, infelici, perché una parte ancora non scoperta del nostro cervello, ci avverte, a livello di inconscio, che siamo sulla buona strada ma, siamo girati dalla parte sbagliata.

lunedì 19 settembre 2011

Perdutamente in fondo

Non toccarmi
le tue mani incantatrici
mi confondono
non mi incupire
baciando le mie labbra
se sento tutta la meraviglia
e la forza dell'incanto perduto,
e lontano
spingermi in fondo
perché i demoni dell'abisso
mi tocchino
mi bacino
illudendomi d'amore

sabato 17 settembre 2011

Fuori tempo massimo

"Fuori tempo massimo" è un post dedicato all'inadeguatezza (principalmente degli uomini, come maschi) a comprendere i meccanismi temporali dell'amore e, mentre lo scrivevo pensavo che eravamo vicini alla fine del tempo assegnato anche in un altro spazio, per l'ossessione che mi deriva dalla lettura (in corso, per ricorrenza) del libro di Susan Blackmore "La macchina dei memi" e per quella sottile e determinante affermazione che mi aveva già istillato Richard Dawkins con i suoi scritti. Il messaggio che l'evoluzione dell'uomo, come del resto di tutte le specie, potesse avere come risultato ultimo la perfezione, un fine ultimo dai caratteri nobili, mi sta uscendo dalla massa grigia. Replicare la perfezione (intesa come bellezza, altruismo, generosità e via dicendo) era chiaramente un'idea un po’ romantica del "teatro della battaglia" che è la sopravvivenza, e ora che i geni, i memi (secondo le teorie accreditate dei due scienziati, e di molti altri) si replicano per se stessi, non per una strategia evoluzionistica della specie mi ha indotto a una riflessione. Da tempo mi era passata per la testa che non stessimo vivendo una fase evolutiva che ci potesse proiettare verso uno stato di armonia superiore, e la "teoria delle copie" che avanzano gli scienziati che si occupano di memetica, è ancora più sconvolgente della copiatura (trasmissione) del patrimonio genetico, in quanto copiare comportamenti (a carico dei memi, secondo la teoria) controproducenti per la specie, o forse per tutte le specie, è la tragedia che stiamo vivendo, caratterizzata da assurdi comportamenti di distruzione di massa, e se l'idea di Daniel Dennett di cercare un " design fuori del caos, senza l'aiuto della mente" nella logica dei caratteri ereditari e della loro variabilità, è imperativa, sembra urgente, necessario ricercare un disegno senza replicatori di comportamenti suicidi. Io darei l'eugenimemetica (neologismo dalla fusione di euegenetica più memetica) ai poeti perché non creino una specie che distrugga il pianeta, e che non voti, per farsi rappresentare, i pagliacci che ne officiano la fine.

Susan Blackmore: "La macchina dei memi" e altri ancora
Richard Dawkins: "Il gene egoista", "L'illusione di Dio" e tanti altri ancora (è il mio sé ateo)
Daniel Clement Dennett: "La mente e le menti" e altri ancora

Venerdì, ore 14:13........

.....apro la porta di casa e, mia figlia, un pacco in mano, mi dice: ”Un regalo per te”, un regalo? Ma il compleanno è andato, ”è per te”, ripete, e lì giù i mille motivi perché ho meritato quel regalo.
Da tempo, per gioco, quando mi chiedono cosa mi piacerebbe ricevere per il mio compleanno, rispondo: ”Una barca a vela”, la sintesi perfetta del mio essere terreno, vento e viaggio. Mai che mi sia stato opposto un diniego forte e deciso, assecondare lo sciocco.
Ho aperto il pacchetto, non poteva certamente contenere il mio sogno, una confezione di polistirolo.
Una finestrella lasciava intravedere una superficie lucente, concava come una palla di vetro, e intorno il bianco petrolifero dell’involucro. Attratto dal mare come la tartaruga neonata, cominciavo a sentire odore di salsedine e le mie mani diventavano incapaci del più semplice gesto, la confezione era quasi inviolabile, ma, oramai avevo attraversato la battigia, ed eccolo in tutta la sua incredibile lucentezza, il regalo: un carillon!
Una palla di vetro su una base di ottone con disegni in rilievo che richiamano l’attività di chi va per mare, all’interno un veliero, posato su un mare che sembra vero, la mia barca a vela dentro un sogno di cristallo, neve compresa, non manca nemmeno il richiamo alla meta, sullo sfondo dell’agognata barca, un planisfero delle americhe. Giri la sfera, avvii il meccanismo e, sotto una nevicata argentea, comincia, su se stessa a navigare quell’incredibile oggetto del desiderio, accompagnato dalla musica carillonesca che ti riporta all’inizio del viaggio, quando ero bambino. Grazie per il regalo, grazie per avermi assecondato, scioccamente!

La morte è una cosa seria

Crediamo che intorno alla morte sia necessario costruire una complessa struttura di dolore esteriore, comporre folle uniformi di comparse, che, ai lati, recitino la litania del dolore rappresentato, crediamo sia necessario uno sfondo scuro a rappresentarne l’angoscia, l’irreversibilità del viaggio. E mentre cerchi disperatamente un colloquio intimo con il supremo giudice, un ininterrotto, ritorto assalto di banalità ti circonda, come a sottolineare che della morte non abbiamo che una flebile idea, o cerchiamo di relegarla nella sfera del non accaduto, negare, con coscienza, che possa esistere una fine vera di tutte le cose. Tra i tanti rumori che ti circondano, riconosci un sommesso vocalizzo musicale di disperazione, una ripetizione che non sembra mai uguale, perché il luogo da dove proviene ne cambia la frequenza, mentre percorre le strette caverne, le insondabili profondità che generano la morte, e risalendo articolata in lamento, si trasformano in canto. E’ il canto della persona che ha conosciuto la morte negli occhi della persona che amato per tutta la vita.

martedì 13 settembre 2011

Degli "Animali mai esistiti"

Quando ho letto tempo fa "Animali mai esistiti", dopo averlo scelto, toccato, aperto come faccio sempre, quando un libro lo sento subito mio, attratto dal titolo o dall'argomento, ne ho divorate quelle enciclopediche pagine di scatenata fantasia come se tutto fosse reale, tutto realmente esistito.
Ma pur contenendo tutti gli animali immaginabili sia dal sogno che dall'incubo, ho scoperto da poco che c'era uno non riportato,non immaginato. Che forse la fantasia degli autori s'era fermata alle soglie della mai esistita "casa dell purezza", della "purezza" intesa come massima aspirazione alla perdizione e alla bellezza? Non chiedetevi se esiste, non servirebbe, pensate invece, cosa farete se un giorno, forse lontano, incontrerete, nel migliore dei sogni o nel peggiore degli incubi, "la tigre dalle ali di farfalla".

lunedì 12 settembre 2011

Stadi transitori, saggio sulle farfalle (per "amore" d'accostamento)

Cos'è l'amore se non uno stato transitorio, un momento infinito che ti predispone al piacere della bellezza e che, molte volte, resta tale, predisposizione, una promessa non mantenuta, nulla. L'essere transitorio non è per natura effimero, anche se molte volte ne rappresenta molti dei caratteri, la fugacità, la fragilità insite nella condizione di fuggevolezza. A volte, penso, che sia l'effetto della continua espansione dell'universo: è difficile fermare la tua vita in un tempo più lungo di un soffio cosmico e , per quanto possa essere intenso, la dilatazione che ci lega al cordone ombelicale delle nostre origini, della nostra fine, ci porta a ragionare in termini di attimi, per quanti lungi ci possano sembrare.
Accostare l'umanità alle farfalle mi è costato, ma è stato facile pensando quanto brevemente subiscano gli uomini il fascino dell'amore, ma se per definizione è effimera la condizione della "pupa" che sarà farfalla, come definire lo stadio maturo dell'uomo che lo nega, l'amore? Una trasformazione da "farfalla" a "pupa"?
La negazione della bellezza per non morire?
Chi lo sa, forse è solamente materia per poeti.

Le mie ali oramai stanche
muovono appena l'aria spessa
i miei colori lentamente svaniscono
sempre più polvere
a negare il cielo.
Piano piano muoio,
muoiono le mie illusioni
muoiono le mie voglie
muore quello che sono stato
muore quello che sono.
Una leggera brezza che spira da nord
mi solleva
prima che cada
e mi sussurra,
come madre al suo bambino appena nato,
hai amato,
non morirai mai.

venerdì 9 settembre 2011

Quando è il momento è il momento

Quando pulsa, irresistibilmente l'impulso di "andare", ossessivo ripetitivo senti nel tuo orecchio, nella tua testa: "Salpa", molla la gomena (corda in marinaresco), si vorrebbe definirlo, nei suoi perché: "Voglio partire perché.... ". Quante cose sono state scritte, sulla voglia di partire, sul viaggio, sul desiderio di conoscenza, antidoto alla stagnazione dei pensieri, insito nell'andare. Ricordo leggevo Moby Dick all'aeroporto di Lisbona, tornavo e già partivo, lo rileggo sempre per godere dell'enciclopedia delle balene (come mi piace chiamare il capolavoro di Melville), e nonostante fosse in me, mi mancava la colonna sonora della partenza, certamente non avrei potuto rievocare la voce Maria Argentina Pinto dos Santos, Argentina Santos, che abbiamo avuto il privilegio di ascoltare alla Parreirinha di Alfama, altri viaggi ti ispira la sua voce eterna. Giorni fa, eccola, è riemersa, materializzandosi in tutta la sua ossessiva ispirazione, la perfetta colonna sonora, l'officiante è Ritchie Blackmore. Ascoltate "Sail Away" e... mollate le gomene.

giovedì 8 settembre 2011

Un viaggio insieme

Chiudi gli occhi
spalanca le braccia
a comprendere l'immateriale
respira,
respira lentamente
ora ascolta
tutto quello che è
prendine possesso
che tutti i recessi della tua mente
si aprano alla magia dell'incomprensibile
tutta l'energia vitale esploda in luce pura
per innalzarti a se
e viaggiare nel tempo che non vivrai mai
per mille anni, un attimo
e tornare trasformato
incapace più di smarrirti
ma solamente d'amare

mercoledì 7 settembre 2011

Journal intime partagé

"Diario" in francese si dice "journal intime", al diario affidiamo le nostre cose più segrete, i sogni, le cose intime appunto, ecco perché mi piace il termine "diario" in francese. Se vi capiterà tra le mani le journal intime di Bernardo Soares*, leggerete tutte le cose che voi avete scritto nel vostro diario, anche quelle ancora non trascritte, ma che avete dentro.

*Bernardo Soares è il personaggio protagonista dell'inimitabile libro di Fernando Pessoa "Il libro dell'inquietudine".

L'abbondanza dello sciocco

Filiformi desideri di essenza
ti contagiano
e nutrono
i tuoi desideri più nascosti,
primavera di strade percorse
e piccoli seni
che ingigantiscono
la tua voglia di viaggiare

Dedicato a coloro che credono che l'abbondanza sia tutto, e che si nutrono di solo cibo, guardando increduli occhi neri profondi che implorano briciole essenziali, mentre vivono di solo amore.

Il fisico apparente

Siamo disturbati da variazioni di stato tutti i momenti, e spesso capita che intorno a noi arrivi "l'energia" di ciò che è rappresentato, non da ciò che "è" realmente. Corpi che vagano e vivono di vita apparente ma non della sua essenza, che necessita di vero sudore, di felicità effimera, pronta all'uso, inconsistente, che necessita di sudore rappresentato, niente di viscerale, semplice produzione olografica.
Questo stato mentale trasforma anche le particelle di materia di cui siamo fatti, per questo crediamo che vedere, toccare, amare una persona sia reale, che accada veramente. Poi guardi un attimo le cose di cui sono fatte le relazioni, e ti accorgi che, appunto, sono cose, volgare materia di cui hai bisogno per costruire una vita volgare. E' lo stato del "Fisico apparente" perché anche nella "fisicità" rappresentiamo canoni, molte volte imposti, canoni di leggerezza e fronte asciutta, assenza totale di sudore, per non scegliere, e vivere di una vita di grandi soddisfazioni completamente inutili, perché non scegliamo, e infelici ridiamo, felici d'illusione. Non sarebbe di per sé grave, "essere apparenti", se non esistesse un unico campo energetico dove tutti interagiscono (con tutti includo tutti gli esseri viventi, e non solo) e dove interveniamo, non con la consistenza dell'essere, ma con il peso della sua assenza, energia spenta, negativa; per questo commettiamo non solamente un "delitto" verso noi stessi, ma, quasi in modo irreversibile, verso la poesia della vita che abbiamo lasciato dietro la porta.
Non scegliere è un delitto verso coloro che non hanno scelta, nessuna. Amare l'apparente, è come ricercare ossessivamente la strada più breve per distruggerci.

venerdì 2 settembre 2011

Attenzione, manipolare con amore!

Se, in questo preciso momento, si spalancasse, sotto la vostra comoda poltrona, una sorta di buco spazio-temporale, e foste proiettati, improvvisamente, inaspettatamente, esplosivamente, in un luogo sconosciuto,e, in un punto preciso si materializzassero, sovrapposti, come intersecati, uno dentro l'altro, la spiaggia più bella che abbiate mai visto, e, il centro della terra, non spaventatevi, rilassatevi,chiudete gli occhi, espirate e inspirate profondamente, senza iperventilare, rilassatevi, le mani sul ventre......................................Ora, riaprite gli occhi,
vedrete il volto della vostra donna che aspetta di essere amata, semplicemente.

giovedì 1 settembre 2011

Il mondo che ti abita

Piccole gocce di acqua profumata
un attimo
si soffermano sulla tua pelle calda
indugiano sul collo di lago
per riprendere l'eterno inseguimento
restie all'abbandono
combattute dalla bellezza che le annulla
e della ingorda terra che li reclama.

Indugiano tutte le onde di musica che distratte
accarezzano le dolci curve del tuo disagio
come sorelle nel momento giusto.

Cammina lentamente la calda brezza
che spiava vorace dalla finestra,
ora a respirare
per non finire mai
i profumi del mare delle tue profondità

Ali fragili di seta
rincorrono l'eterea bolla che fugge sulla tua schiena
perché sa che la morte la porterà a rivivere
per sempre,
vita e morte
perché le ali di seta possano sfiorare
tutti i punti della memoria che conservano
nella bolla che fugge

Vortici di passione
sollevano sabbia impalpabile
che confonde
la risata e il pianto
come in un canto senza note
prigioniero senza tempo

Pure il vecchio incantatore dal cappello arancione
che ha percorso la terra mille e mille volte
appoggia, per un attimo il suo bastone
attratto dall'antica natura
dove, finalmente vede la sua casa

Solamente i tuoi occhi vigilano quella confusione immobile
lentamente indicano la strada che percorrerà
l'energia del cosmo
che sovrintende al mondo magico del corpo delle donne.

mercoledì 31 agosto 2011

Liquida

La mente dell'innamorato, la immagino "liquida" come un mare, dove piccoli coni di solida materia emergono a rappresentare illusori approdi di quiete apparente, ma che, l'innamorato, nonostante la mancanza d'aria, e l'illusione di respirare, emergendo dalla mente liquida, percepisce come inutili, dannose pause dalla sua perdizione. A lui, a lei, che si nutrono d'amore, che lo respirano, l'aria non serve.

Aria, aria, aria
aria,
esci la testa dal fango
respira
aria,
aria fetida, calda senza calore
pestilente di particelle di solitudine
aria,
miasmi cancerogeni
di bocche vuote
che respirano morte,
torna nel fango
respira
profondamente
l'illusione dell'aria del condannato
ad amare senza aria.

"I’ve been losing my mind"

Non voglio che il bambino che è in me mi abbandoni: non voglio perdere la mia mente!

Comuni inquietudini

Leggere Fernando Pessoa a quest'ora forse potrebbe provocare molta meraviglia o molta indifferenza,io lo leggo quando ne ho bisogno.

"Vivere è essere un altro. Neppure sentire è possibile se si sente oggi come si è sentito ieri: sentire oggi come si è sentito ieri non è sentire, è ricordare oggi quello che si è sentito ieri, è essere oggi il cadavere vivo di ciò che ieri è stata la vita perduta."

Fernando Pessoa,Il libro dell'inquietudine-Feltrinelli editore

Sussurrami

Non chiedere di me, se ti perdessi, lontana,e non vedessi neanche la stella pù luminosa che hai tenuta per mano nelle solitarie spiagge del tuo amore perduto.
Non chiedere di me, se le tue labbra arderanno di desiderio e come argilla aneleranno acqua.
Non chiedere di me quando fermerai la tua mano, calda di sensazioni osate.
Non chiedere di me per placare gli occhi di pianto.
Non chiedere di me se griderai di essere amata,urlando solitudite.
Non chiedere di me, ma guardati dentro e sussurrami dolci parole d'amore.

martedì 30 agosto 2011

Quello che rimane

Quando riascolto "Haiku" di Franco Battiato, lontane volute profumate sembrano pervadere il luogo dove il tutto avviene e, improvvisamente, percepisci un'aria feconda, madre di idee e emozioni. Non credo in assoluto che musica, libri possano cambiare le circostanze della nostra vita, ma predisporci al cambiamento si, e saper cogliere la magia di ciò che sentiamo, di ciò che leggiamo è l'atteggiamento che ci discrimina dal nulla dopo la conoscenza.

Mi hai attraversato
eterea
un leggero profumo che non conosco,
è rimasto
a ricordare la natura dell'amore
per dannarmi
inebriato d'essenze e d'assenza,
e della anima del tempo
che condanna gli odori
e rende eterna la mia perdizione.



Spazi ristretti

Quando ho cominciato a scrivere su questo blog, ho semplicemente pensato a me stesso, lontano da pulsioni narcisiste, volevo dare un luogo altro ai miei pensieri, per liberarli dagli angusti confini della mia mente. Ieri, come un ritorno al luogo d'origine, una mia attenta lettrice, mi ha decantato la bellezza e la capacità d'amare indipendentemente dal luogo, e che, secondo lei, la passione non ha bisogno di comodità, anzi!
A lei, e a tutti coloro che amano, voglio dedicare "Spazi ristretti" perché il gesto d'amore esiste e si perpetua fuori da ogni tempo e fuori da ogni luogo, brevi o infiniti che siano.

Mi manca l'aria
i gomiti torturati
le braccia piegate,
bacio la tua bocca nel buio della luna
vedo i tuoi occhi,
sento il rumore del mare, e il sale che ristagna
Mi manca l'aria
bacio i tuoi occhi,
e, i miei piedi
hanno uno angolo strano, doloroso
le tue lunghe gambe,
svanite in vaghe geometrie non ancora scritte.
Aspiro profonde volute dei tuoi preziosi profumi,
vicinissima
nella mia incapacità d'amare
mi tieni per mano
perché nell'effimera delimitazione
possa sentire il tuo cuore, il mio cuore
battere sincroni
d'amore e di passione.

lunedì 29 agosto 2011

Un mondo di uomini nuovi

Chi crede che quando il mare è "grosso", e le onde implacabili colpiscono, come un padre senza affetto, le spiagge solitarie, sia il momento giusto per voltare le spalle e darsi a attività meno rischiose, non coglie tra il rumore, a volte assordante, dell'acqua imbizzarrita, il sussurro melodioso e ammaliante della vita. Con un amico e, debbo dire altre facce completamente sconosciute, abbiamo lasciato che il mare con tutta la sua potenza ci distogliesse dalla materialità che uccide i nostri sogni. Distesi a pancia in giù, a distanza calcolata (senza tanta precisione) sulla battigia, aspettavamo che le onde ci raggiungessero, ci soverchiassero, ci superassero, senza fiato per poi con lo stesso impeto, percorrere il viaggio di ritorno verso il mare, lasciandoci cullati da una forza indomabile, felici l'attimo necessario per ricordarci, anche, della nostra parte negata. Grazie Antonio, e grazie a tutti gli sconosciuti che hanno partecipato, forse inconsapevoli, al gioco eterno che genera gli uomini.

L'amore delle gazzelle

"L'amore delle gazzelle" è dedicata a noi uomini che, improvvisamente, scopriamo una vocazione suicida, inconsapevole, e la "conquista" dell'acqua, alla quale abbiamo sempre attribuito un valore irrisorio, diventa improvvisamente degna dell'estremo sacrificio.
La dedico, anche a coloro che, consapevolmente, percorrono gli ultimi metri che li separano dall'acqua che sgorga dalla montagna, perché giudicano la morte il giusto premio per chi vuole veramente vivere.

Ascolto ossessionato
il rumore dell'acqua che scorre quieta
vivrei
se non mi sentissi prosciugato
di vita,
se la sete rimanesse nei deserti della mente
che mi sussurrano di morte.
Ma corro,
senza più fiato
vestito di risata
verso la fresca fonte della mia perdizione.

giovedì 25 agosto 2011

Essenza

Come "Il profumo di quello che sei", "Essenza" nasce dalla mia passione per i fiori di gelsomino, il cui profumo attrae o conserva l'Amore spirituale. Quando è cominciata questa mia passione, ancora non lo sapevo, ma l’imperscrutabilità dell’anima non ci rende consapevoli e, quando ho piantato la mia prima pianta di gelsomino era da poco nata Agnese, magia essenziale.

Sento la sostanza ancestrale
sospesa modificarsi
annullarsi
per rinascere
solamente per chi è luce
nel gesto primigenio
dell'amore che non muore mai

Calma apparente

Mi sarebbe piaciuto intitolare "Calma apparente" "Il giardino delle recluse" ma, volevo scrivere sul desiderio di fuga che, evidente, malcelato o non ancora identificato, è in ciascuno di noi,e allora ho ceduto. Rimane intatta l'ispirata motivazione di colei che oltre il giardino vede la gnosi che genera la sua disperazione. Grazie

Il giardino un po' assonnato
bisbiglia frasi che non colgo
confuso in un mondo di suoni alati
gli occhi ancora chiusi
e la voglia di riprendere il viaggio.

Il profumo di quello che sei

L'intenso profumo di gelsomino domina nella notte senza stelle
attira nei profondi meandri della mente
tutta la stanchezza che ho accumulato
urlando il dolore,
vorace d'assenza
macabro officiante di cose che non ho voluto.
Tutta la sua forza ora domina la materia
che dominava
per rinsaldare l'amore che rifugge la danza delle apparenze

martedì 23 agosto 2011

Le ombre e la bellezza del mare

Quando vedo il sole che, stanco, lentamente scompare dentro il mare, ritorno a riva. Oramai è buio. I colori restano intatti per mostrare la loro bellezza quando, molto presto, il sole ritornerà.
Questa semplice e magica sequenza, mi ha ispirato, ancora bagnato e salato, a scrivere Le ombre e la bellezza del mare.

Prima
Lentamente scioglie il suo abbraccio
nella liquida emozione di un ritorno certo.
Avido di promesse, ora
devi andare.
Ti volti perché il suo volto,oramai assente
resti impresso per un giorno ancora
o per sempre,
e le tenebre appaiano come le ombre
di tutte le realtà che hai sognato

Seconda
Ho imparato a conoscere
le oscure trame
della mia mente,
l'eterno conflitto
col cuore nemico.
Gli opposti convivere
senza che neppure una piccola ombra
possa oscurare ciò che sento vero.
Quando tutto sarà finito
niente sarà impossibile
né la bellezza, né la morte

Terza
Il suo abbraccio si perpetua
tenero e caldo
nella lunga notte
che segue l'addio
non saprai mai il perché
lì, dove sei rinato
il mare
lentamente scompare
senza che una sola goccia
indugi, salata e sola
a ricordare il piacere di vivere

venerdì 12 agosto 2011

Stato di incoscienza

Un nuovo stato di coscienza
ricerco
non voglio più ascoltare
l’antico giudice
voglio vivere di solo essenza
e di vita immortale
che brucia schiava
delle sole regole dell’amore

mercoledì 10 agosto 2011

Inside the Sea

Fabio, un mio amico, trova sempre il modo per fare uscire il meglio di me, e quando mi ha fatto sentire Before the Sea, gli ho scritto:

E' perfetto,
c'è il viaggio, il mito, il ritorno, la solitudine, la disperazione, forse la negazione dell'amore, ma si sa, il mare è padre, e l'amore è il suo essere, non ne ciancia invano.
E' perfetto!

Buon ascolto

giovedì 4 agosto 2011

Misure colme

Spazio e tempo si misurano differentemente se sei senza speranza, perché non hai spazio, perché non hai tempo.

martedì 2 agosto 2011

Ti vorrei portare con me

Ti voglio portare con me
per tutte le stagioni
della tua vita
dove la mia
inizia,
per mai separarmi
dal tuo sorriso
fino alla fine,
quando ti dirò addio
per non perderti mai.

Non basteranno, mai, mille canzoni

Mie care amiche, è stato molto bello che abbiate accolto il solitario viaggiatore che in eterno avrebbe vagato, se non gli aveste concesso un rifugio sicuro dalla spietatezza del mondo. Grazie, non potrò mai ripagarvi, nell'attesa vi dedico: "E' stato molto bello" .

mercoledì 13 luglio 2011

Bianca

L'ho vista
lontana
un passo basta
per la distanza che la separava dalla fine
persa,
l'ho vista
cercare la parte sbagliata,
in quel tunnel buio.
La chiamavo ossessivamente
Bianca, Bianca, Bianca, Bianca
inascoltato vedevo il suo camminare incerto
Bianca, Bianca, Bianca, Bianca
il rumore di piccoli passi, sempre più silenziosi
uno dopo l'altro
fino in fondo.
Bianca,
oramai stanco la chiamo
un attimo,
nessun rumore,
è ferma.
Ad un passo dalle tenebre,
l'afferro, rapace
e la strappo
alla morte,
per sempre.

mercoledì 8 giugno 2011

Me lo sono chiesto

"Me lo sono chiesto" è una trilogia che voglio dedicare a un'amica, perché per quanto possa essere la nostra vita piena di occhi, di bocche, di mani e di tanti corpi cari o sconosciuti, è sempre orfana di cuori.
La numero "Tre" è una poesia di Alda Merini che cito spesso, perché è oramai parte di me per il suo modo di essere poetessa e per il suo modo di essere disperata.

Uno
Voglio percorrere
con la mano ferma
la lunga strada delle ferite d'amore
voglio fermarmi nelle anse
dove il sangue è più denso
respirare profondamente
l'odore insopportabile
che solo io sento, e
guardare, lontano il mare,
dove tutto finisce.
Distolgo lo sguardo
e riprendo solitaria
la strada affollata
di uomini soli
che di felicità effimera
nutrono il loro essere
di vita mai vissuta.

Due
Non inseguire parole vane,
non è come cacciare le nuvole,
non c'è niente di poetico.
Raduna le tue forze
e dimmi:
Mi ami?
Non solo parole, non solo nuvole,
non riempirò mai il vuoto della tua menzogna
con la fuga,
voglio rimanere,
e capire l'assenza,
la sezionerò in minute particelle
la ricomporrò
perché non mi sfugga
il risibile e
l'assoluto
e la magia che mi porterà a rivivere.

Tre è di Alda Merini
Non avessi sperato in te
e nel fatto che non sei un poeta
di solo amore tu che continui a dirmi
che verrai domani
e non capisci che per me
il domani è già passato.

martedì 7 giugno 2011

Il sistema perfetto

Pensate a un sistema perfetto. Bambini, donne e uomini bellissimi, intelligentissimi, dagli occhi profondi e mani delicate dedite a carezze senza fine. Individui felici che vivono in assoluta armonia con tutte le altre specie che popolano insieme questo meraviglioso posto chiamato terra.
Pensate a un futuro così, a un mondo abitato solamente dalla bellezza, dove tutto il suo contrario non esistesse più, dove una nuova simbiogenesi portasse gli occhi del nostro cane a vedere con i nostri occhi, e viceversa, naturalmente. In una nuova raggiunta perfezione, niente potrebbe alterare il principio di autoregolazione che sovrintende la convivenza perfetta.
O no?
C'è, in effetti, una cosa che se mancasse, non solo altererebbe questa aspirazione, ma la annienterebbe, un solo, semplice elemento.
La sua stessa formula chimica sembra quasi insignificante, cosa in fondo potrebbe succedere, se improvvisamente, ottusamente, togliessimo alla complessa e imperscrutabile formula chimica della bellezza, una "H" un "2" e una "O".
L'unico sistema perfetto che può fare a meno dell’acqua, è la morte!

Mi piacerebbe finire questa piccola riflessione a 5 giorni dal referendum (12 e 13 giugno x 4 SI) ringraziando Lynn Margulis (che non conosco, peccato, ma la leggo) Alex Zanotelli, e tanti, tanti altri che credono a questa battaglia, tra loro chi ha scritto un cartello comparso nella manifestazione del 26 marzo a Roma che diceva:"Chi vuole privatizzare l’acqua deve dimostrare di essere anche il padrone delle nuvole, della pioggia, dei ghiacciai, degli arcobaleni”.

martedì 31 maggio 2011

Avanti nel passato

Non sei mai veramente pronto quando comincia a soffiare il vento della rivoluzione *. Non sei pronto perché non ci hai mai creduto; non sei pronto perché pensi che nulla cambierà; non sei pronto perché ai piccoli privilegi, insignificanti, in fondo non vorrai mai rinunciarci. Non siamo pronti a cambiare, perché "conservazione" è scritta nei nostri codici genetici, e quando devi cambiare strada, il nostro vecchio amico, l'homo erectus, ci ricorda che arrivare fin qui è stato lungo e faticoso, e non è il caso d'imboccare strade strette, impervie e scomode, quando, davanti a te, c'è già, bella e pronta, la comoda, sconfinata e sempre diritta strada che porta indietro, ma questa destinazione a noi è sconosciuta.

* "Rivoluzione" è per me cultura, conoscenza, curiosità, negazione delle regole dei giochi fatti, è democrazia, è scuola pubblica, è scuola pubblica come missione, è acqua come civiltà non come dividendi, è matematica, è filosofia, è poesia, è il mare al tramonto, è la montagna imperscrutabile, è un bambino che gioca con il suo papà che non vuole tornare ad essere un moderno abitante delle moderne caverne, e vivere in eterno di immagini di un mondo che non abbiamo mai immaginato.

lunedì 30 maggio 2011

PeaceReporter - Germania, stop al nucleare entro il 2022

PeaceReporter - Germania, stop al nucleare entro il 2022

Luce e Ombra

Incontramoci nella luce
perché possa vedere
nei tuoi occhi
il contrasto di ombre lontane,
la linea eterea dei confini del tempo
e realizzare
nella dolce penombra
tutto quello che è stato
e quello che ancora non è
luce o ombra,
l'eterno gioco dell'amore.

venerdì 27 maggio 2011

Il settimo riferimento

Se ti dovessi trovare
solitario e avvolto da tenebra,
il cielo traditore che ti nega
le ultime stelle,
assente di cose visibili
in un'infinità distesa di nulla,
allora, proprio in quel luogo
non cercare una bussola
che ti indichi la strada
ma guarda dentro di te
il cammino che sogni.

giovedì 26 maggio 2011

In tanti scrivono di miracoli, anch'io!

Alla fine della scorsa estate, di ritorno dalle vacanze, abbiamo visto aggirarsi un individuo non autoctono, mai visto prima, lo descrivo come avrebbe fatto il Linneo:

- Classe Mammiferi
- Ordine Carnivori
- Famiglia Canidi
- Genere Canis
- Specie lupus familiaris

Un Cane!
Che portasse esperienze di un passato "contaminato" da diverse culture, fu subito evidente, anche ai nostri occhi poco esperti: chiazze nere, con leggeri accenni bi-cromatici, su un mantello lanoso bianco- pecora, e un muso da cane nobile, ancorché dedito a un mestiere duro, attitudine facilmente desumibile anche dal solido corpo di cucciolo. Lo abbiamo adottano, gli abbiamo dato un'identità e un nome (le due cose non sono separate) "Ozio", perché il primo cucciolo, di peluches, di mia figlia si chiamava così. E' cresciuto e, fatalmente, si è "innamorato" e, come estensione della prerogativa acquisita, la sua casa è diventata la casa della "brutta tenebrosa". Avrei sperato, come tutti i "genitori" all'antica, che avesse fatto un'altra scelta, ma come non può un poeta imporre scelte al cuore palpitante di un innamorato, così e per questo, ho lasciato che la sua compagna diventasse parte integrante della sua vita, ho mantenuto, però, inalterata, e altera, la mia distanza dalla compagna di Ozio: mai una carezza e, cibo quanto bastava. Una settimana fa degli strani rumori provenienti da un angolo nascosto del portico della casa, mi avevano messo per un momento in stato di attenzione, per un momento, appunto. Sabato si poteva da un nome, una definizione circostanziata a quegli strani rumori: una cucciolata. Da subito, come per effetto di una leggera pressione su un interruttore, è cambiato il mio atteggiamento: 8 piccoli esseri di tutte le nature precedenti dei 2 genitori: 1 è tutto bianco, 1 tutto nero, 1 è tutto Ozio, 1 con le chiazze marrone (il bi-cromatismo di prima), gli altri o le altre, si sono spartite le chiazze nere così come ha deciso il codice scritto dai due. Forse è stato vedere come incurante di tutto, tutto continuava ad essere così come doveva, carezze o meno, accettazione o negazione, consapevolezza o assurda ottusità, che tutto è cambiato, le ho comprato tutto il necessario: 2 nuove ciotole, una cuccia tutta per se e i cuccioli, cibo energetico, oltre non misurabili quantitativi di cibo prima negatole. L'ho anche abbracciata e carezzata senza remore, la nascita ti cambia, per sempre, io questo lo so bene. Poi, mentre lo spazzolavo, ho parlato con Ozio, a lungo, delle sue responsabilità, della sua nuova vita, gli ho detto che avrebbe dovuto abbandonare le sue vecchie abitudine di fuga, retaggio della sua prima vita di cucciolo abbandonato. Muovendosi, come sempre, apprezzava con muto assenso le mie parole, di cui non capiva che le vibrazioni che la tensione affettiva aveva creato. Ora, il miracolo non è, come per un attimo avrete pensato, quello della vita, della nascita, ma il miracolo di come due esseri viventi, che la variabilità dei caratteri aveva determinato due destini diversi, potessero convivere, non perché le aspettative dell'uno fossero riposte nell'altro, per effetto di bisogni reciproci, per puro possesso, o per mille altri motivi per cui ti puoi relazionare con un cane (ma non solamente con loro!), bensì semplicemente per effetto di primogenitura perché, comunque la pensiate, il perfetto equilibrio che richiede vivere in un piccolo, sperduto posto chiamato Terra, non ci consente che un'unica direzione da percorrere, quella dettata dal genitore che abbiamo in comune: l'amore.

mercoledì 25 maggio 2011

Control + V

Quante volte vi sarà capitato di usare la funzione "incolla" del vostro pc, e come succede, per la troppa fretta, non rileggere quello che avete copiato. A parte errori eclatanti, che non sono così pochi, nemmeno nei documenti ufficiali,ne esisto alcuni di modesta entità che non alterano il senso del testo. Sono gli errori di "Prima generazione" come li definisce Dawkins, parlando di "geni", che non pregiudicano il "testo genitore", il suo messaggio.
Richard Dawkins è uno dei miei autori preferiti, è la mia fonte atea che supporta la mia vera anima, quella di ricercatore gnostico. In un suo libro famoso* Dawkins sostiene che gli errori di copiatura in natura sono quelli più interessanti in un ottica evolutiva, per l'imprevedibilità, nel lunghissimo tempo, del risultato.
Parlando degli errori di copiatura, quando ancora si ricopiava a mano, cita un famosissimo, e fondamentale, passo della Bibbia, e siccome la sua citazione era impegnativa, sono andato alla fonte: il Vangelo secondo Matteo.
Matteo 1.23:
"Ecco: la vergine concepirà e darà alla luce un figlio che sarà chiamato Emmanuele".
Dawkins sostiene che il termine "vergine" è un errore di copiatura, in quanto la parola ebraica "almah" (indicato nel testo di Isaia) significa "giovane donna" senza, dice Dawkins, implicazioni di verginità.
E se un errore dei "replicatori" * avesse lo stesso impatto della traduzione di "almah", cosa ci si potrebbe aspettare se con la controversa genesi del genere umano, una nuova e inaspettata specie di uomini che ricercano fino alla fine tutte le verità, che errori, voluti o meno, hanno celato ai loro occhi pigri.
Ma la natura vigliacca e cieca del genere umano, suggerita dalla sopravvivenza del gene o della specie non fa differenza, consiglia, gridando, meglio premere il tasto "erase" e chiudere lì, e ripartire dove tutto era iniziato: una pagina piena di errori.

*"Il gene egoista" Richard Dawkins, Mondadori 1995. I "Replicatori", l'autore immagina, e le pone come una delle colonne portanti della sua teoria, che esistano molecole evolute capaci di copiare se stesse.
Il riferimento al termine "almah", e tutto il resto, è contenuto nelle note dell'edizione 2011 a pag. 281 (Oscar Mondadori).

martedì 24 maggio 2011

Come si compongono le note

Vai a fare un progetto di ricerca! Leggevo, nella mia ricerca, appunto, di punti di vista, :"Se il punto non differisce dal corpo, il centro da la circonferenza, il finito da l'infinito, il massimo dal minimo, sicuramente possiamo affirmare che l'universo è tutto centro o che il centro de l'universo è per tutto..." e mentre già sentivo l'odore acre della legna bruciare il corpo di colui che negava che la terra potesse essere il solo centro riconosciuto dell'universo, ho lasciato un attimo quel testo eretico* e come un rito di spegnimento del fuoco, mi sono tuffato nella modernità dell'eresia anarchica di Don Andrea Gallo, vai a fare una ricerca! Nel suo libro- testimonianza "Così in terra come in cielo" inaspettatamente, parla di profumi, di un profumo che gli hanno regalato. Non è un profumo qualsiasi lo capirete semplicemente dal suo nome: Creuza de ma. "Creuza de ma" è una famosa canzone del suo amico Fabrizio De Andrè, di cui sono un grande, perduto appassionato "seguace". Alla faccia della ricerca, mi sono andato a documentare in rete, ed eccola, con tanto di profumiere e una foto della boccetta dai profumi che si " fondono con quelli del mare, dell'erba bagnata dei prati e di quelle aromatiche": "Creuza de ma".
Vai a fare una ricerca: dall'eresia alla poesia, perché anch'io ho voluto rendere onore a Giordano Bruno e all'universo è tutto centro, dedicando inadeguate parole che contengono anch'esse un argomento dogmatico e, il fuoco, stavolta, non è punizione ma sublimazione:

Aspiro avidamente
l'essenza multiforme,
insondabile nel tutto.
Separo minuziosamente
tutti gli arcani composti
uno ad uno
pazientemente
perché non sfugga
una sola, remota variazione.
Riapro gli occhi
per richiuderli delicatamente
e vivere
profondamente, come per l'ultima volta,
l'inebriante profumo dell'amore.

* Giordano Bruno, "De la causa, Principio e Uno", Mursia editore- 1985, pag. 215

lunedì 23 maggio 2011

L'Elogio del Vento

La mia passione consapevole per il vento nasce in una mattina della tarda primavera sarda, sui monti dell' Ogliastra, guardando il Kanyon di Gorroppu. Un vento teso,l'aria si muoveva senza preoccuparsi di cosa, di chi, sarebbe stato coinvolto in quel tempestoso movimento che, abbandonata la fisica che ne descriveva il suo essere esteriore, abbracciava con l'impeto dell'amante, tutti coloro che non avessero paura di mostrare i desideri più nascosti.
E' stato, è, il mio legame con l'oscurità che ognuno di noi porta dentro, capace com'è di mettere a nudo la tua vera natura. Una delle cose che ho scritto, che mi assomigliano, che parlano cioè di me senza perifrasi, è dedicata al vento:

Foglie mosse cadute
e il vento Padre
non agita una vita fragile.

Dopo, mai appagato, ho continuato il mio viaggio, dal vento che soffiava sul mare a nord di Barcellona su una minuscola "470", che copriva l'inutile " cazza, cazza" dell'istruttore spagnolo, perché quando il vento è sostenuto mi piace andare al lasco, per sentire urlare la sua di voce, senza impegnare in inutili tensioni le cime salate; al vento sotto il mare che chiamiamo "corrente", che aveva insidiato gli appassionati dello Shark Point, delusi dall'impeto,perché, scioccamente, non ne conoscevano la primogenitura, mentre, con l'aria indolente, il nostro accompagnatore maldiviano guardava il mare,indicando il suo orologio d'oro, per profetizzare che da lì a mezz'ora tutto sarebbe finito, e il mare sarebbe tornato al suo stato di torpore apparente, dimentico di quel vento- corrente che aveva scoraggiato i miscredenti; al vento mantrico di una fredda giornata di giugno dai lunghi ululati e spessi silenzi, che vegliava senza sosta il corpo avvolto sulla spiaggia solitaria, in perfetta solitudine, da un enorme asciugamano rosso, per coprire tutte le voci che il vento muoveva, e capire la vera essenza di quella vorticosa musicalità.

Adesso che mi sono fermato, so perché abbiamo un legame così stretto: perché il vento è musica; perché il vento è poesia; perché il vento è forza interiore; perché il vento è profezia, che rivela, solamente ai suoi adepti, la grande visione degli oscuri e magici movimenti dell'universo.

venerdì 20 maggio 2011

Ascoltando ieri Al Gore

Ascoltando, ieri, Al Gore che parlava di Current TV Italia , un canale d'informazione libero diffuso dalla piattaforma televisiva commerciale Sky, che, in quanto libero, liberamente verrà buttato giù dal satellite dal sig. Murdoch, e mentre realizzavo il tuffo della libera informazione da quota 35.786 chilometri, mi è venuta quella pruriginosa mania della ricerca. Sono andato a rileggere Norberto Bobbio, che parlando delle promesse non mantenute nel lungo, e non ancora concluso, processo di democratizzazione, o meglio, del percorso realizzato e quello che ancora non è stato compiuto, verso una democrazia di cui egli stesso nella "premessa non richiesta" dell'edizione del 1991*, dice di non conoscerne il futuro, e citando Hegel, "non s'intende di profezie", dicevo che nella sua analisi contenuta nell'opera "Il futuro della democrazia" * sostiene che alcune delle promesse, fondate sulla realizzazione dei principi inalienabili per l'affermazione di una vera democrazia, sono state disattese (l'analisi risale al 1984*, ma non mi pare sia cambiato molto). Proprio a proposito di una di queste promesse, il controllo pubblico del potere, "Chi controlla i controllori" dice:" Se non si riuscirà a trovare una risposta adeguata a questa domanda, la democrazia, come avvento del governo visibile, è perduta. Più che di una promessa non mantenuta si tratterrebbe in questo caso addirittura di una tendenza contraria alle premesse: la tendenza non già verso il massimo controllo del potere da parte dei cittadini ma al contrario verso il massimo controllo dei sudditi da parte del potere". Vi chiedo che parte gioca una libera informazione in questo scenario?

*Norberto Bobbio, "Il futuro della democrazia"- Editore Einaudi, 1991.

giovedì 19 maggio 2011

Reazione a catena, l'inizio

Non bisogna mai sottovalutare l'intelligenza e la disperazione, neanche quando, dopo avere bruciato i libri e erette muraglie (cinesi), credi nell'assoluto dominio dell'ignoranza, perché succede che, all'improvviso, un uomo disperato si da fuoco, e anziché bruciare il suo corpo, il suo essere, la sua storia, il suo mondo la sua vita, considerata alla stregua di un essere unicellulare, da fuoco a una generazione intera, a individui senza futuro, senza speranza, che da quel fuoco trovano una nuova genesi, morti bruciati da schiavi, rinati liberi. Quel fuoco, nonostante la distanza e il mare, continua a bruciare, ma se respiri le sue esalazione, non sentirai il puzzo della combustione ma, l'odore prezioso della lontana terra di "Utopia".

mercoledì 18 maggio 2011

Il Tempo e la conoscenza dell'Anima

Parlando del tempo in un accostamento filosofico del suo essere e del suo trascorrere, Jorge Luis Borges nel saggio "Il tempo e J. W. Dune" * cita Arthur Schopenhauer "che scriveva che la vita e i sogni erano fogli dello stesso libro, e che leggerli in ordine è vivere; sfogliarli a caso, sognare."
Se vi capiterà di sognare, come a volte accade, e improvvisamente, nella notte vi svegliaste e come se foste un'altro osservatore, e, vedeste il vostro futuro, voi stessi, le persone che conoscete, i vostri figli e, quella piega che immaginate sia una traslazione temporale dello spazio, può anche darsi che non sia un sogno, una pagina aperta a caso che vi porta nel futuro, ma l'ultima delle nostre anime che guarda indietro, per guardare la prima anima, quella che crediamo di conoscere.


*Il saggio è contenuto nel libro "Atre inquisizioni" di J. L. Borges, Feltrinelli "Universale Economica", 2009- pag. 28. John William Dunne citato nel saggio, nella sua "seconda vita", come un visionario o, se preferite, un sognatore, indagò sulla vera natura del "tempo" .

Scrivevo questa riflessione ieri sera, mentre ascoltavo un brano di Franco Battiato che non sentivo da "Tempo": Ecco com'è che va il mondo

martedì 17 maggio 2011

L'Ignoranza è Forza **

Milano è cambiata. L'Italia può cambiare. Ieri sembrava che il coro composto da ieratici elementi, mi piace immaginarli con il capo coperto dal lungo feltro colore della terra dei Dervisci, senza la grazia rotante dei discepoli della confraternita islamica, ma con lo sgradevole contorsionismo dettato delle parole, senza musica, della politica, intonasse il canto polifonico della conservazione. Ma in un angolo un numero attirava la mia attenzione, abbassato il volume di quel canto tante volte sentito, ho ritrovato, come Anna Blumm *, le tracce tra le ultime cose, di una speranza di vita vera. Non una vita da angoli oscuri, come il Winston** di Orwelliana memoria, che trovava rifugio in una rientranza del suo appartamento per non essere ripreso dal Grande Fratello nell'illusione di vivere, ma una vita illuminata dall'inarrestabile, così mi piace credere, irrefrenabile voglia di cantare fuori dal coro. 3,1%, non so se domani cambierà, ma mentre scrivo che è trascorsa appena un'ora dopo mezzanotte, mi piace immaginare, almeno un giorno diverso: senza partiti dell'amore (in "1984" esisteva anche il ministero dell'amore, che si occupava della guerra, che cosa strana!) ma con l'amore quello vero; con le donne che non hanno la sgradevole voce di tante che hanno cambiato genere sessuale, come aveva profetizzato in un intervista José Saramago***, ma le donne che avvitavano bulloni, che si battono per i diritti civili, le donne, perché no, che sono le nostre mamme, le nostre sorelle, i nostri angoli illuminati dove ci rifugiamo quando vogliamo essere. 3,1% è il seme, vedrete la pianta!

* Anna Blumm è la protagonista di Paul Auster nel libro " Nel paese delle ultime cose".

** Winston è il protagonista di George Orwell nel libro "1984"; "L'Ignoranza è Forza" era la frase che capeggiava sulla facciata del "Ministero della verità" nello stesso libro.

*** Secondo José Saramago esistiono tre generi: maschile, femminile e politico.

Questo post potrai leggerlo su: commenti sulle elezioni

lunedì 16 maggio 2011

EX FALSO QUODLIBET *

La contraddizione, in logica, è un nemico acerrimo, un nemico da ultima battaglia. La logica moderna ha adottato il principio di “non contraddizione” come presupposto vitale del pensiero, perché “da una contraddizione si potrebbe derivare qualunque cosa e la logica diventerebbe inutile”*. La frase che riporto tra virgolette si è trasferita in un angolo del mio cervello, e continuando pur con l’impegno che richiede leggere, per capire, simili argomenti, ogni tanto ritornavo a pag. 63: “…… la logica diventerebbe inutile” mi risuonava minacciosa. Poi ad un tratto ho capito, perché molte delle affermazioni della classe politica mi provocavano un notevole disagio, perché dietro le parole dette, e applaudite, era contenuta, celata ma non sempre, e non troppo, la contraddizione come principio ( odio il rosso; a una cena d’affari vado con il rosso) non un preposizione che include, pur contraddicendosi, ma un elevazione, appunto, a principio, che di filosofico non ha nulla, aggiungerei, bensì è pura e semplice strategia comunicativa, che tiene conto, come avrebbe detto Osho della credulità ottusa di coloro i quali sono disposti a credere a tutto, al di là di ogni logica possibile.
Perché si adotta come dicevo la contraddizione nella strategia comunicativa se, chi ascolta è disposto a credere lo stesso? Perché è il modo più semplice, più immediato, meno faticoso per uccidere, arrivando diritti al suo cuore, l’essenza stessa della logica della preposizione: la verità.

*Piergiorgio Odifreddi “Il diavolo in cattedra”, pag. 63-Edit. Einaudi

giovedì 12 maggio 2011

Uno Nessuno Centomila, un teatro, un dittatore

Un teatro vuoto
centomila facce senza volto.
Il popolo dell'assenza
abita il non luogo dove
solo uno coglie l'energia animale esplosa,
senza che nessuno nel disastro
cerchi la sua anima perduta,
perché non sente il peso dell'inesistenza,
e l'officiante ne canta, per lui, per uno,
il possesso di centomila facce senza volto.

lunedì 9 maggio 2011

Canto di primavera

A cavallo di un vecchio braccio di un albero che ascolta
il lontano rumore dell'acqua
e il ritrovato senso della vita,
vedrai le fate che officiano l'apparente immobilità.
La terra fresca ti accoglie dormiente,
mentre tutti gli abitanti del bosco
partecipano al rito immutabile dell'amore.

venerdì 6 maggio 2011

La poetica della ribellione

Non so se vi capita di non essere capiti, come se, semplicemente, le persone con le quali ti relazioni parlassero una lingua diversa dalla tua. Poi rifletti, dopo avere rivisto, controllato, quasi sezionato le cose che hai detto, e ti rendi conto che, non è un uso incongruo di idiomi, ma un uso di argomenti scomodi, a costruire il solido muro d'incomprensione. Il cervello umano si è evoluto secondo il preciso paradigma della sopravvivenza (ne ho parlato in un precedente post) e non lascia in alcun modo la possibilità di deviare dalla sua costruzione, rinnegando tutto quello che potrebbe comprometterla. Forse in un piccolo spazio, registra queste deviazioni, le elabora forse, aggiungo per la seconda volta, perché potrebbero essere utili per una rivalutazione paradigmatica del significato di "sopravvivere". Quello che succede non lo so. So, per certo che del cervello umano si conosce solamente una piccola parte delle sue funzioni (già definirli una piccola parte sembra quasi assurdo), figuriamoci se si scoprisse che in una delle sue infinite interconnessioni fosse collocato un neurorecettore, che comanda un enzima, che innesca una reazione, che ti fa pronunciare:"Se io sono un mediocre rappresentante della razza umana, e ho un potere immenso, perché dovrei mettere in discussione la mia mediocrità"!

P.S. Gli argomenti scomodi erano molteplici, ne cito uno per tutti:"Se in democrazia vale l'assioma un uomo, un voto, conta sempre uno, il voto di un uomo che nella sua vita ha letto solamente il manuale d'uso del suo ultimo telefonino?
Colgo l'occasione del post scriptum, per scusarmi dell'uso di termini come "neurorecettore" o di termini della stessa natura, che utilizzo esclusivamente per supportare la tesi letteraria, e di cui, come il nostro cervello, conosco appena il 3% (o 3x1000?)del significato e delle funzioni.

PeaceReporter - Italia, on line 'LaMiaScelta', il network dedicato al testamento biologico

PeaceReporter - Italia, on line 'LaMiaScelta', il network dedicato al testamento biologico

mercoledì 27 aprile 2011

03:09

Quante volte nella nostra vita, abbiamo giudicato fondamentali una manciata di secondi, un breve, insignificante intervallo, scandito da pochi impercettibili tocchi e, osservato a volte con angoscia, altre volte con sollievo, altre ancora, caricando il tempo successivo, di aspettative e speranze. Quanti secondi ci sono in un quattromiliardicinquecentocinquantamilioni di anni? Se riportassimo il tempo e lo spazio fuori dalla necessità, ci accorgemmo, in una nuova dimensione, che le nostre necessità non sono sovrapponibili, perché incompatibili, diverse. E' la pochezza delle nostre aspirazioni a determinare priorità inconciliabili con il tempo cosmico, ma non basterebbero "5000 anni, più le spese" * a sanzionarci per la nostra miopia, perché in definitiva, non abbiamo tutto questo tempo.
Ma questo, il nostro cervello lo sa?

*Il corsivo è tratto da "La città vecchia" di Fabrizio De Andrè. Solo cliccando sul tempo, potrai dare la giusta dimensione al tuo tempo, in un altro spazio.

LE STAGIONI DELLA MORTE ( La guerra di Piero e oltre)

E' facile parlare di guerra. Ma cos'è veramente la guerra?

Vi propongo un gioco, che aldilà delle ipocrisie e il "silenzio della normalità di pace e benessere materiale nella quale viviamo" * è un gioco crudele:

1) prendi la foto di un bambino mutilato perché le sue gambe sono saltate
via,ipotizziamo una mina, un danno collaterale qualsiasi, scegli tu;
2) taglia la foto del piccolo appena sopra il collo;
3) prendi una foto di tuo figlio, ritaglia il suo viso sorridente e sereno, e
4) incollalo sull'altra foto.

La faccia del tuo bambino sul corpo mutilato di un innocente, è la foto della guerra di cui parli e di cui non sai niente.


*Enrico Piovesana- Peace Reporter

martedì 26 aprile 2011

Una ninna per sempre

Quando Agnese, mia figlia, era piccolissima, e le cantavo la ninnananna, insieme, lei con le sue parole, che avevano il sapore delle immagini più che la riconoscibilità dei vocaboli, e io con l'ottusità del "credente" , insieme, dicevo, formavamo la scaletta delle ninne che la doveva accompagnare fino al sonno. "L'amore che strappa i capelli", così la chiamava lei, era una di quelle canzoni che non mancava mai in quell'elenco, e quando la tenevo teneramente tra le braccia, e cantavo la "Canzone dell'amore perduto" di Fabrizio De Andrè , in maniera indegna debbo aggiungere, sapevo, che non l'avrei mai perduta. Anche ora che è cresciuta, ogni tanto mi piace cullarla, da seduto naturalmente.

PeaceReporter - Cina, forza lavoro mutante

PeaceReporter - Cina, forza lavoro mutante

venerdì 22 aprile 2011

Parliamo di Loro

Ai molti suona sempre dissonante quando ci si esprime contro il comune sentire, quando, cioè, si ha una posizione culturale, religiosa, politica non conforme o, meglio, che non rappresenta il modo di vedere, di pensare dei più. Ma consonanza e dissonanza, non sono concetti che si basano solamente sulla gradevolezza dei suoni (e anche delle idee) che percepiamo, ma anche sulla forma d'onda che essi stessi generano.
Un suono, un'idea sono, di fatto, energia, e nei suoni coesistono armonia e il suo contrario, perché, così dicono gli esperti, ogni suono ha in se una forte componente inarmonica.
Più semplicemente un suono gradevolissimo contiene elementi che, estrapolati da esso, sono esattamente lontani anni luce dall'essere gradevoli. Ma l'uno (il gradevole) non esisterebbe senza l'altro (lo sgradevole), è questa la conclusione che la fisica ci impone, con un gradito grazie dal popolo dei dissonanti.
Le poesie che ho riportato, rappresentano un esempio di ricerca (un primo passo) degli opposti, non contrapposti, opposti che sono la natura stessa di un'armonia perfetta.


Niente è mai come vorremo, di Piergiorgio Welby (Lasciatemi Morire, pag.27- Rizzoli editore 2006)

chi ha sognato tanto tempo fa
di pescare nel mare delle possibilità
adesso si accontenta di quello
che la necessità gli impone.
Eppure con l’animo deluso
e gli occhi sempre più stanchi
contiamo ancora le stelle e i baci
gli amori e i tradimenti,
le fughe e i pentimenti
ascoltiamo impauriti
lo scorrere monotono
dei giorni senza miraggi
e vorremo almeno una volta
provare quell’amore insaziato
che ci faccia piangere ed urlare
quel canto di passeri nel cuore
che ci strappi dal sonno
la seduzione di un si
la maledizione del dubbio
perdersi nella notte di sempre
e non trovare mai la strada
scoprire ad ogni bivio
la tenerezza delle promesse.

Quiete, di Antonio Allori (Voglio ancora credere, pag.16- Aletti editore 2011)

Rumori serpeggiano in ribelli giorni,
come melodie spezzate
dal frastuono del tempo.
Non odo più il canto degli uccelli,
letizia mattutina,
e la favola di bosco cappuccio
è sempre più un ricordo.
Oh come vorrei fondermi
come quiete profonda,
divenire nutrice di emozioni
e scrivere all'infinito!

giovedì 21 aprile 2011

Il Mastro e la recherche

Lo vedi mentre, lontano dal mondo, indaga con gli occhi stretti, un minuscolo
quasi invisibile, prodotto dell’ingegno umano:
una strana vite.
Dov’è il suo posto?
Qual è la sua originaria posizione nell’impalpabile disegno della complessità?
La rigira nell’altra mano, come se un cambio della prospettiva potesse cambiare le cose.
La stringe, un attimo, nel pugno chiuso che, percorrendo un arco perfetto nell’aria carica di salsedine, porta quasi a sfiorare il suo naso. La mano, che lentamente dischiude, come aspettando il miracolo di coordinate che lei stessa ha avuto il tempo di ricordare, ora, quasi a oscurare il sole, completamente aperta, rivela l’inquietante verità: la vite, dov’è finita?
Caparbio cercherai, per sempre, il piccolo elemento di metallo, vivendo l’inquietudine della perfezione perduta, e le notti insonni che si succederanno, ti ricorderanno quando l’armonia della natura, non ancora intaccata dalla perdita, parlava di disegni cosmici perfetti, d’infinitesimi particolari, all’apparenza insignificanti, che nell’unicità dell’uno, portavano in se la bellezza del disegno complessivo.
Ma proprio perché nel particolare risiede la ragione del tutto, Il Mastro non avrà pace, fino a quando non stringerà, ancora, fra le sapienti dita, la piccola, invisibile vite. E, solamente allora, tra mille miliardi di miliardi di piccoli spazi, saprà, esattamente, dove si trovava all’origine di quanto tutto ebbe inizio.

mercoledì 20 aprile 2011

Quando l'aria viene messa in movimento

Percorrendo la strada intrapresa nel precedente post: "La musica nella sua massima espressione aspira al silenzio" e, come per disattendere eventuali dimostrazioni teoretiche del rapporto musica- silenzio, riporto le parole di Robert Baccou, e, anche se la "credibilità rimane tanto indimostrabile quanto affascinante, e l'importanza incommensurabile", come ci ricorda l'autrice, dal cui testo ho ripreso la citazione, è proprio l'indimostrabilità, secondo l'autrice, dell'affermazione, che mi ha quasi obbligato a riportarla: "Nel sistema celeste, dunque, dobbiamo ritrovare le consonanze della lira (strumento musicale, n.d.a.). Perché invece non avvertiamo questa armonia? Proprio perché la udiamo continuamente, mentre un suono viene percepito solo in rapporto al silenzio"

(Robert Baccou citato da Simonne Jacquemard in "Pitagora e l'armonia delle sfere" Donzelli Editore- 2006, pag. 133)

venerdì 15 aprile 2011

Jacques Brel, La Chanson des Vieux Amants

La musica nella sua massima espressione aspira al silenzio

"...il termine stesso di armonia si ricolleghi al convergere di opposti, e come questa connessione si effettui all’interno di una dimensione continua che sfuma, senza soluzione di tale continuità, dall’uno all’altro estremo".(Chiara Richelmi "Circulata melodia" L'armonia delle sfere nella Commedia di Dante Alighieri).

martedì 12 aprile 2011

Riflettevo

Riflettevo sul verbo determinare, e improvvisamente, le parole hanno preso vita, in un altro luogo rispetto a quello che io pensavo di destinare loro,ne hanno, di fatto, sviato l'originaria composizione: Verbo e Determinare.
Verbo: (citazione)
"In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e Dio era il Verbo " (Giovanni1.1)
Determinare:
Deliberare, mettere in libertà, scegliere.

La magia delle parole: si compongono, si oppongono, prendono un'altra strada, tu le metti insieme per dare corpo alle tue idee, e loro generano una disarmonica, inavvicinabile, inconciliabile quanto inesauribile guerra santa.
Volevo dedicare questa breve, quanto incomprensibilmente criptata, riflessione a Mina Welby che, sono sicuro, capirà.

lunedì 11 aprile 2011

Tutto può succedere









Mentre assistevo al consiglio di amministrazione della bottega delle meraviglie di Mr. Magorium e mi deliziavo degli occhi incantati di mia figlia, che per la decima volta, o forse di più, guardava il film Mr Magorium e la bottega delle meraviglie (Film Colony, regista Zach Helm, uscito in Italia nel gennaio del 2008), mi è venuto in testa Vittorino Andreoli, che singolare somiglianza, e il suo ultimo libro "Il denaro in testa" dove esamina il rapporto distorto, e in quanto patologia studiata dallo Psichiatra, dell'uomo dei nostri tempi e il denaro:" La società del denaro non coglie la bellezza del mondo e neanche il suo affanno, riduce l’uomo a un salvadanaio che si può rompere troppo facilmente, lasciando solo dei cocci.....", e mentre scorrevano le immagini del film e la bellezza del sogno che coinvolge, non solamente i bambini ma anche un adulto predisposto a riconoscerla, ho ritrovato nella mia mente le parole che lo stesso Vittorino Andreoli pronunciava, come una sentenza apocalittica, in una intervista di Serena Dandini nella trasmissione "Parla con me" dell'inizio di quest'anno:"Il denaro oggi è la cifra dell'uomo, non più degli oggetti ,cioè un uomo è ridotto al denaro che ha, perché il denaro lo rappresenta... oggi il denaro ha risolto tutti i problemi filosofici, oggi l'uomo è la quantità di denaro che possiede." Altro che bottega delle meraviglie dove "Tutto può succedere

mercoledì 6 aprile 2011

Ho gli occhi appena chiusi

Ho gli occhi appena chiusi
perché la luce della tarda mattinata
non mi abbagli.
Ho gli occhi appena chiusi anche quando
le tenebre illuminano la mia solitudine.
Ho gli occhi appena chiusi per vedere
quel punto lontano
allontanarsi sempre più.
Ho gli occhi appena chiusi
perché la testa mi scoppia
nella leggerezza della sua assenza.
Ho gli occhi appena chiusi
per non vedere il fiume salato
gonfiarsi senza che le stagioni
possano interrompere la sua corsa verso il mare.
Ho gli occhi appena chiusi
potrei dormire,
sognare
di non avere gli occhi appena chiusi
per non perdere neanche il più piccolo dettaglio
della mia disperazione,
e con occhi sbarrati
e folli
chiedere al mio cuore
di riprendere la sua corsa ticchettante verso la vita.

A un amico

mercoledì 30 marzo 2011

La Fonte di Moni

MINA- ARNI

Qual è il mio peccato, se sento appena i battiti del mio cuore.
Qual è il mio peccato, se ancora i miei occhi scrutano appena la distanza del mio fiato.
Qual è il mio peccato, perché non sarò mai mondo.
Qual è il mio peccato, se nella grandezza dei suoi sistemi Dio mi ha escluso.
Qual è il mio peccato, se non sono nato.

martedì 29 marzo 2011

Il problema senza la soluzione - Greenpeace

Il problema senza la soluzione - Greenpeace: "Vuoi sapere la verità sul nucleare? Ti presentiamo la nostra campagna pubblicitaria per smentire le bugie del Governo, di Enel e del Forum nucleare. Informati e condividi. La tua partecipazione attiva è fondamentale per contrastare il bombardamento mediatico pro-atomo finanziato con milioni di euro dall’industria nucleare."

lunedì 28 marzo 2011

Il tutto e la teoria

L'ultima, o una delle ultime frontiere della fisica, è rappresentata dalla "Teoria del tutto", una teoria che unificherebbe in un solo modello le forze universali e ne stabilirebbe le correlazioni.
Io la fisica la amo in maniera quasi platonica, aggiungo che "...saltando tutte le formule e leggendo soltanto le parole" come sostiene uno dei maggiori scienziati Roger Penrose, che qualcuno, appunto definisce "platonico", e lasciandosi trasportare filosoficamente da questo assunto, la fisica si avvicina molto ad un altro aspetto della vita umana che, però non ha bisogno di modelli teorici per esistere: "l'Amore".
Perché gravità, relatività, elettromagnetismo, spazio-tempo e tutte le leggi della Natura, esistono già, in quel "tutto" che è l'Amore. E non è una "teoria".

PeaceReporter - Giappone, fusione parziale delle barre di combustione a Fukushima

PeaceReporter - Giappone, fusione parziale delle barre di combustione a Fukushima

giovedì 24 marzo 2011

Non attraversare quel cancello

Se i molti che continuano a rassicurarci, se coloro i quali danno dello "sciacallo" alle voci che si levano contro il nucleare, si fermassero per un po e riflettessero, potrebbero trovare interessante una piccola perla di Nathaniel Hawthorne: "Non molto tempo fa, passando attraverso il cancello dei sogni, ho visitato quella regione della Terra nella quale si trova la famosa Città della Distruzione"

mercoledì 23 marzo 2011

lunedì 21 marzo 2011

Joë Bousquet

"La poesia è la lingua naturale di ciò che siamo senza sapere"
Dalla lettera di Simone Weil a Joë Bousquet del 13 aprile 1942

venerdì 18 marzo 2011

Coltiva la tua fragilità

Coltiva la tua fragilità, Amico mio,
vantatene con il mondo intero,
cerca discepoli e coltiva le loro insicurezze
perché un mondo di esseri speciali
possa soppiantare la barbarie dell’incomprensione.

Ti dedicherò un mese, al mese

"Come ti senti amico, amico fragile,
se vuoi potrò occuparmi un'ora al mese di te"
(Fabrizio De Andrè-Amico Fragile, 1974)

L'irrazionalità della vita

Cosa c'è di razionale nelle oscure forze che hanno partorito la montagna
dove ora abita la campanula di vetro.
Cosa c'è di razionale nelle interminabili dune del deserto africano dove l'invisibile vive.
Cosa c'è di razionale nella bellezza che si nutre di perdizione.
Cosa c'è di razionale nel disperato pianto muto di un bambino che muore lentamente di fame.
Cosa c'è di razionale nella vita che aspira alla morte.
Cosa c'è di razionale nell'amore se non la voglia di amare.

mercoledì 2 marzo 2011

Lo stato temporaneo delle cose

Della Ricerca

Il cielo nero
sospeso
sovrasta l'attesa,
di euristica confusione nutrito
anela la conoscenza perduta.


Dell'Apparenza

Distogli lo sguardo dalla tua armatura,
ora che il clamore delle armi è cessato
ti lasci cullare dal soave suono della tua voce
per sentire la verità della tua forza vitale.


Della Luce Misteriosa

Un'onda apparente ti travolge
in una realtà di contrasti
che vive delle tue illusioni,
e improvvisamente svanisce
nella misteriosa dimensione della consapevolezza.

PeaceReporter - Italia, il giorno degli immigrati

PeaceReporter - Italia, il giorno degli immigrati

martedì 1 marzo 2011

venerdì 11 febbraio 2011

Aristotele e la quarta dimensione

"Particelle virtuali emergono dal vuoto, prendendo a prestito temporaneamente un pò della sua energia, [...] quindi spariscono di nuovo nel vuoto, portando con sé l'energia che avevano preso in prestito".
(Lisa Randall, Passaggi curvi- Mondadori 2007, citata da Carlo Consiglio nell'articolo " Il principio di causalità")

mercoledì 9 febbraio 2011

Buona fortuna


Come si può, davvero, possedere la piena consapevolezza di chi si è, se non con la conoscenza, se non con il sapere costruito sulla contaminazione culturale, con l'atteggiamento di colui che sa di non sapere, e ha il coraggio di guardare oltre, qualunque cosa implichi espandere il proprio orizzonte di certezze, qualunque trauma possa provocare perdere quelle poche, povere cose, materiali e intellettuali, su cui, oggi, basiamo la nostra vita. Tra le tante iniziative, quella delle libere Pluriversità potrebbe rappresentare una vera scommessa per un percorso di democratizzazione della cultura. L'idea nasce a Napoli (http://liberapluriversita.wordpress.com), seguita da Palermo (http://www.pluripa.it ) e da queste esperienze, infine, ancora nel profondo sud, nella città "lontana e sola" di Caltanissetta viene alla luce la Libera Pluriversità Nissena. Come a tutti coloro che vengono al mondo in un momento così delicato della storia dell'umanità, mi piacerebbe dare il benvenuto alla Libera Pluriversità Nissena, citando Hans-Georg Gadamer:" In un'epoca di transizione, come quella in cui viviamo, è molto difficile considerare compiti a breve scadenza" per questo, aggiungo, che un vero cambiamento può avvenire solamente con l'attivazione di strumenti che consentano la formazione di un immaginario comune che non sia più basato sulle chimere della conservazione.

Buona fortuna e buon lavoro.