mercoledì 7 luglio 2010

Di quello che sento

Mi trascina il vento d'estate
in profonda meditazione
e un senso assoluto di vuoto
e di caldo
ma è energia vitale
che muove le foglie
e rinsalda il mio legame con la vita

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Foglie mosse cadute
il vento padre
non fa ondeggiare
una vita fragile



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Lucciole

Avevo già le mani in tasca
pronto a disimpegnarmi
ma loro mi hanno ricambiato
abbagliandomi di luce

Prova a guardare la notte, verso la siepe e sii pronto a meravigliarti

A Kate e Silvye


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lunedì 5 luglio 2010

Colori perduti

L'orizzonte che alla vista nasconde
la scelta
di colori bellissimi ti abbaglia
perché tu creda che il nero
sia di tutti i colori l'eletto
a nutrirti di confusione
e di inutile ricerca di assenze
perduto
colmare la mente
di attimi fugaci di felicità inarrivabile.


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Magicamente, la vita (Una fiaba per mia figlia) III e ultima parte

Quando pensava a quei magici momenti di tanti anni fa, ricordava con nostalgia tutte le strade che avrebbe potuto percorrere,
tutte le cose che il suo cuore a bassa voce le sussurrava,
ma china su suoi appunti, per un attimo distolse la sua attenzione dalla oramai definita formula chimica della felicità,
tutta la sua vita,
tutto ciò che poteva essere,
era lì,
in quella formula che, tutti attendevano,
anche coloro che erano felici,
non perché non credessero a quello che vivevano, ma per una conferma
che la loro fosse autentica felicità.

Distolse lo sguardo dal suo portatile viola, e guardò verso il mare,
i suoi due bambini giocavano a rincorrersi con la massima gioia di Ozio il loro Terranova che, a dispetto delle statistiche, compiva in quei giorni quindici anni.

Anche il suo amore era con loro, a comporre eteree armonie che, non sempre, gli altri comprendevano appieno, ma che, gratificavano la sua personale inclinazione alla poesia, che non coltivava più da quando, bambina, componeva versi immortalati dall’ingenuità che li ispirava.

Puoi spendere la tua vita perché gli altri siano felici, cosa c’è di più magico di tutto questo.


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Quello che avrei voluto dirti

Avrei voluto dirti che ti guardo quando tu non mi vedi, per capire i tuoi cambiamenti
Avrei voluto dirti che ti vedo sempre cambiare, e restare, sempre, la meraviglia della mia vita
Avrei voluto dirti che tutto di te compone l'unicità del tuo essere
Avrei voluto dirti che sei disordinata
Avrei voluto dirti che hai messo ordine alla mia vita
Avrei voluto dirti che percorri linee troppo strette con il tuo monopattino
Avrei voluto dirti che le mie paure si dissolvono nella felicità dei tuoi occhi
Avrei voluto dirti che le tue mani sul pianoforte sono piccole
Avrei voluto dirti che sento forti le tue ancora acerbe passioni
Avrei voluto dirti che quando dormo sento il tuo respiro
Avrei voluto dirti che ti voglio bene
ma non so come dirtelo
se non con la banalità delle mie parole.

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Di quello che sento

Se mi attraversi
come se l'amore non fosse materia
e non cogli tutta l'energia che sovrasta le apparenze,
se non avverti il bisogno d'aria,
la necessità di un anelito vitale che gli incerti battiti di un cuore sospeso, reclamano
se di apparenza nutri caparbiamente il mio essere,
non di opposti mi dannerò
ma di assoluta certezza
commensale solitario
a nutrire con gesti malinconici,
di cibo amaro
l'eterna perdizione.


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Dal trattato dell'Amore incondizionato

Ho sentito la tua voce
ho sentito la voce dei granelli di sabbia perduti nel deserto africano
ho sentito la voce della fresia parlottare timida d'amore
ho sentito la voce azzurra del timo di pigmenti forti conversare
ho sentito la voce di una giornata di sole
ho sentito la voce del vento gridare supremazia
ho sentito la voce del mare, saudente, invocare maternità
ho sentito la voce di un solo fiocco di neve, ripetere una nenia di corale armonia
ho sentito la voce della noia, morire inesorabilmente
ho sentito la voce di mia figlia.

Ho sentito tutte le voci del mio mondo, ho sentito la tua voce.


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