giovedì 29 marzo 2012

Con un dito


"Non confondere l'efficienza coi disturbi di fegato", vale una citazione dal film Mary Poppins per buttarla sul popolare, o se preferite, non "confondiamo il cazzo per equinozio", per scomodare un poeta come Gabriel Garcia Marquez, così mi sembra d'effimero parlare se parlo di conoscenza, quella vera, ci piacciono le certezze, anch’esse effimere, ogni cosa, ogni fatto deve essere conoscibile, in alternativa, lo abbandoniamo, non abbiamo tempo per adottare l'ignoto, anche quando si mostra sotto forme familiari, o a noi molto vicine, l'amore non è escluso da questo contesto. Certezze blande e inclinazione all'onnipotenza, è un po’ il segno di quello che siamo, della mancanza di vere passioni, la politica non è esclusa da questo contesto, minimizzare gli obiettivi dei nostri pensieri, costringerli in piccole, comode gabbie di pregiudizi, per vivere d'effimero la vita, nell'amore nella politica e, non sono escluse dal contesto, le parole del già citato Marquez, che nel suo " Cent'anni di solitudine" parla, tra le mille e mille cose, della "giovinezza" e del fatto che per sapere, conoscere, non è necessario abbandonare i sogni, basta additarli in rigoroso silenzio. A te Gabriel, e grazie: "Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito."



mercoledì 28 marzo 2012

Spazio, Tempo E Globalizzazione

Spazio e tempo nelle società avanzate (dal solo punto di vista economico), sono concepiti come supporti dell’azione umana, poiché la stessa si svolge in un continuo perfezionamento del presente a distanza “zero”, in risposta agli stimoli della pragmatica consumista, in cui spazio e tempo perdono le loro estensioni di distanza e di durata e diventano fattori importanti della “trasferibilità ottimale”. Secondo Fabio Merlini la “mobilità globale, uniforma i mondi solo dal punto di vista della loro ricettività” in mancanza di questa caratteristica, i soggetti e i mondi, vengono limitati, nei fatti, nei loro diritti civili e di esistenza. Vivere in un continuo presente, è lo stato “esistenziale” necessario perché avvenga la “magia” del mercato globale (nel disegno oscuro del consumo all’infinito, dove presente e infinito, non sono antinomici ma correlati, dove il futuro è solamente l’estensione delle necessità del presente) e mentre inconsapevolmente rifiutiamo il passato, ci disinteressiamo al futuro (se non in rapporto alle cose che potremo avere) in una sorta di dissociazione antropologica. Mi piacerebbe recuperare la visione utopica di spazio e di tempo, e se “lo spazio assoluto ha una realtà propria indipendentemente dall’esistenza di ogni materia” (e non è funzionale o supporta scelte globalizzanti), “Il tempo non è altro che la forma del senso interno (a noi uomini, N.d.A.), cioè dell’intuizione di noi stessi e del nostro stato interno (“interno” anche come “anima” N.d.A.). Cancellando spazio, tempo e in assenza di un pensiero critico (che diventa il fattore determinante) nella sostanza, la globalizzazione economica perde la sua aspirazione, per scomodare nuovamente Kant, a diventare “legge universale”, per rappresentare l’aspetto autoreferenziale della stupidità umana.

Per questo post ho scomodato, e ascoltato:

Fabio Merlini, nel suo saggio: “L’efficienza insignificante” Edizioni Dedalo, 2009 e addirittura Immanuel Kant, nella sua “Critica della ragion pura” Laterza economica, 2005.

“Sinfonia Patetica” di Tchaikovsky.

Nel pomeriggio

Non ti ho vista oggi,
nel pomeriggio
quando sfogliavo l'album del tempo
non ho riconosciuto le note
suonate nel cortile
e le voci della mia infanzia lontane
smarrite nel sapore delle stagioni
di campi arati che si preparavano alla vita,
non ti ho vista mentre
cercavo tra mille volti
i viaggi dimenticati
e il sale di nakuru
ti ho cercata, ma non ti ho vista
nella solitaria spiaggia arsa d'inverno
e il tuo grembo che sussurrava al futuro
non ho visto la bellezza dei tuoi occhi
che sbirciavano felici
i rami appesantiti da mille ali, in primavera
speravo di vederti
leggere il tuo libro preferito
nel pomeriggio
dove si perdono i ricordi
e gli amori restano sopiti.





lunedì 26 marzo 2012

Un battito è silenzio


Non riesco a capire
un battito
silenzio
un battito
silenzio
sto così bene, che non capisco
ho appetito
sto bene
mi muovo agilmente e me ne meraviglio.
Un battito
silenzio
un battito
silenzio
guardo la tristezza del mio cane,
ti passerà
lui mi guarda
ti passerà, come se lo dicesse.
Se ascolto, con attenzione
il silenzio
vibra dei colori della vita.

venerdì 23 marzo 2012

Se le stagioni non tornassero più

Se le stagioni non tornassero più
e una pallida luna rischiarasse
notte e giorno
fino alla fine
le menti ottuse egemoni di morte,
se la vita si trasformasse, lentamente
in oscura materia,
chi bacerebbe la rossa bocca della primavera
chi terrebbe per mano il bambino che sei stato
chi ascolterebbe i gemiti di un amore appena nato
chi accarezzerebbe i bianchi capelli dell'uomo che cantava le favole
che scriverebbero i poeti.
Se le stagioni non tornassero più,
non ritornerei
per vivere di luce opaca senza amore.







mercoledì 21 marzo 2012

Il buio dopo la notte


Baciami,
baciami ora che è buio
e ho paura
baciami che ho freddo
e muoio,
lentamente
bacia la mia tristezza e i miei capelli
bacia la mia bocca di menzogne
baciami,
proverò ad amarti
prima che il buio torni
dopo la notte.



martedì 20 marzo 2012

Tu, io (Disputa sul cibo e sull’Amore)


Rosso in una disuniformità di valli vermiglie e frutti rossi succulenti, collosi e,
i tuoi occhi verdi.
Tu: “sei pronto?”
Io: “no!”
Tu: “hai fame, e non sei pronto!”
Io: “sì, no!”
Tu: “ci vogliono due “Si”.
Sollevi la spatola, bianca e delicata, perplessa la porti alle labbra.
Tu: “io ho fame”,
Io: “anch’io”.
Con perizia apri il barattolo di pasta di sesamo e zenzero, fissandomi negli occhi:
Tu: “è solo un gioco!”
Io: “non per me!”
I due corpi nudi e la conserva di ciliegie, il sesamo, lo zenzero. Lei si muoveva con sapienza delicata, Lui inconsapevole di gusti e di gesti, seguiva, come alla deriva, le onde ritmate della passione. Quando l’ultimo cookie trovò la pace nella bocca arida di lui, la tempesta transitò nel suo occhio, e la furia cessò.
Lei: “ciliegie, sesamo, zenzero e baci, è solo un gioco, ed eri pronto!”
Lui: “la mappa!”
Lei: “la mappa?”
Lui: “sì, nella mappa che possiedo, è facile arrivare al tesoro, una lunga linea curva e una “X”, in fondo!”
Lei: “eh?”
Lui: “non sono pronto a deviare da quel percorso, conosci perfettamente il punto esatto dove arriverai. Niente profumi esotici, ciliegie, niente pasta dai sapori accattivanti.”
Lei: “l’Amore non è un percorso prestabilito!”
Lui: “forse!”
Lei: “non c’è nessuna “X” e i luoghi sono pieni dei più strani profumi che tu abbia mai immaginato e, la linea curva, la tua, si interseca con altre linee, come in una matassa da gatto!”
Lui: “e a che punto della “matassa” tu lo chiameresti “amore”?”
Lei: “neanche il gatto lo sa, e di grovigli se ne intende, però è questo il gioco, stringi forte la mano di chi Ami e vai avanti!”
Lui: “e…..”
Lei: “quando senti una brezza leggera che profuma di sesamo, che punge di zenzero e vedi il rosso unico che le ciliegie ti regalano, forse non sei nel posto giusto, ma non devi tornare indietro, pronto o no, devi assaggiare, gustare se puoi, capire tutte le possibili combinazioni della perdizione!”
Lui: “è solo un gioco?”
Tu: “Si. La vita non è disegnata in nessuna mappa, anche se a volte lo crediamo, e se proseguendo, ti ritrovi in un giardino di limoni che ti stordisce,in un campo di grano bramoso di falce, se lungo i grovigli scorgi una distesa di alberi immensi e morti, se prima del gatto annusi l'erba al mattino che gioca con la solitaria goccia di rugiada, rapiscine le essenze e includile nelle ricette già scritte, non scartarne nessuna, neppure quelle che odorano di morte, scrivile nel grande libro, dove tutti gli amanti hanno immortalato le emozioni d'Amore!”
Io: “grazie. Ti Amo!”
Tu: “ecco, adesso sei pronto!”













lunedì 19 marzo 2012

Tagli Brutali

"Il primo problema che abbiamo fin dalla nascita è provocato dal brutale taglio del cordone ombelicale, con il quale veniamo separati dal cuore della madre molto prima del dovuto." Si prova dolore a ricreare i ritmi ancestrali del nostro cuore, li ritroviamo, a volte, quando amiamo intensamente, e se per una seconda volta dovessero reciderlo, anche con la delicatezza della mano amata, il cuore si fermerebbe, e noi continueremmo a vivere.

Il virgolettato è di Alejandro Jodorowsky, il resto è una poetica e assurda riflessione sulla condizione umana e sulla vita apparente.

venerdì 16 marzo 2012

Tu canti, ma non sai di cantare

Tu canti, ma non sai di cantare
la finestra chiusa
e il mondo fuori che ascolta rapito,
ma tu non sai di cantare
guardi distratta la vita
e il tuo letto abbandonato
di dolci carezze e promesse,
mai mantenute.
Non senti la voce della tua anima
dolcemente cantare il cielo degli amanti
perché non sai di cantare,
mentre in silenzio
accarezzi le note gentili della morte.
Se solo sapessi di cantare
tutte le muse del mondo
soffierebbero l’oscurità
per disperderla
nella luce pura dell’amore ritrovato.



giovedì 15 marzo 2012

Il centro in politica e il suo divenire

Mi è venuto in testa (cosa generano tutti quei contatti elettrici, non c’è dato sapere) che tutti quelli che parlano di "centro" in politica non ricercano una posizione mediana, aperta a compromessi più o meno nobili, bensì la "Via del Mezzo", la posizione verticale del "fulmine" (Vajra in sanscrito) nella simbologia orientale, che è anche la rappresentazione della "Via del Cielo"; e se questi “sprovveduti” avessero il dono della preveggenza, e il loro “centro” fosse il fine di una inconoscibile via spirituale?


Io conosco già le risposte (sinapsi ritornate a uno stadio normale), che non contemplano passaggi o paesaggi mistici, che non prevedono ascensioni verticali (tranne quelle dovute per convenzione religiosa), bensì meri calcoli di meschina conservazione, e “sprovveduti” lo sono, in una visione di trascendenza, naturalmente.



mercoledì 14 marzo 2012

La metà relativa


Nelle relazioni umane, il "relativismo" travalica le formule, le ipotesi, le congetture fisico- matematiche esistenti, e, aggiungerei, che potranno essere mai pensate. Molte volte usiamo espressioni come "l'altra metà" o "la metà spirituale" o ancora "la mia metà", "la perfetta metà" come nella legenda della separazione dell'androgino (legenda che adoro), che non vanno oltre il loro disegno verbale, che non sono altro che modi di dire esemplificativi, di comodo. Quanta profondità, passione e inquietudine, rappresentiamo pronunciando queste formule verbali, se per primo, chi le enuncia non ne conosce le ragioni profonde che le determinano. Tutto è confinato nelle certezze, che crediamo assolute, e che, spesso, mancano dei presupposti di conoscenza, di emozioni, d'amore. Per questo sono portato ad affermare che l’esistenza stessa delle relazioni umane è legata alla loro rappresentazione, sia pubblica sia privata, perché non è vero, che l'accettazione da parte degli altri ci impone di essere come non siamo, perché siamo, esattamente così come ci rappresentiamo, perché, forse, non abbiamo un’anima personale (o non ne siamo consapevoli) o perché la deleghiamo a un sentire collettivo. Ecco, quindi che se parliamo della “mia metà” o argomenti simili, concepiamolo solamente in termini probabilistici, come la "metà relativa", ci potremmo ritrovare in un mondo di verità, di autenticità, ci potremmo ritrovare nel mondo migliore di cui tutti noi andiamo cianciando.

martedì 13 marzo 2012

Comunione e (la) liberazione dai pregiudizi

Quando ho ipotizzato il titolo per questo post (quello che poi ho dato) ho volutamente usato due sostantivi che in Italia, messi insieme, vanno oltre il loro stesso significato, per via del noto movimento ecclesiale; ma la mia intenzione era di parlare specificatamente della “comunione” cattolica, l’eucarestia, non nel suo valore simbolico, religioso o altro, ma solamente dal punto di vista dei soggetti idonei a riceverla. Come saprete non tutti gli appartenenti a una comunità (cattolica, naturalmente) possono ricevere il “Corpo di Cristo”, perché? A me, in effetti, sfuggono i perché, ma la casistica di “negazione” è ampia, provate a farvi un giro nella vita, o nella rete, resterete allibiti. La ritualità “cannibale”, come la definisce qualcuno, ha la sua “dieta”!

Una breve storia esemplare: “Lui ha 45 anni, Lei sua moglie, 39, classe media, istruzione media, relazioni nella media, bambini, lui non è ancora pronto. Un giorno Lui telefona dall’aeroporto (i luoghi, non hanno nessuna importanza, succede ovunque) e le dice che ha bisogno di riflettere sul loro rapporto, sul futuro, addirittura si spinge a dire di voler riflettere sul loro amore. Dopo 4 anni sono divorziati, Lui continua a riflettere, lei Sophia, ha deciso di rifugiarsi nella fede (che ha sempre avuto) ma come erano state un mistero le continue riflessioni del marito, lo è ancora di più, quello che padre Sortes (un brasiliano dal cognome inquietante) le dice, quando Lei chiede spiegazioni: ” Ai divorziati non posso somministrare l’eucarestia”. Forse avrei dovuto cambiare il titolo in: Comunione, pregiudizi e ipocrisia, e poi, il Cattolicesimo non era la religione fondata sull’amore? E che amore è, un amore basato sull’autorità e sulla negazione, o forse, in completo contrasto con i primi luoghi di comunione (ai tempi del “Gesù” storico) che erano gestiti da donne, i moderni (?) gestori della religione dell’”amore”, anche loro, continuano a riflettere, in attesa di “divorzio”, dal mondo, intendo?



lunedì 12 marzo 2012

La pioggia, se sarà

Lunghe giornate di caldo torrido
il vento leggero muove appena l'aria
brillante di suggestioni,
gli occhi offuscati dalla tua bellezza
non vedono il mare solitario
annoiato dalla bonaccia
e le voci di bambini che giocano
non risvegliano la voglia di tempesta
il desiderio di profumi lontani
di luoghi e tempo
oramai scordati.
Vivo nel caldo sospeso d'amore
aspetto l'acqua quando sarà pioggia

venerdì 9 marzo 2012

E se la legge unificatrice passasse per la spirale? Se la "Teoria del Tutto" passasse dai presocratici a Keplero, da Einstein a Planck, e ritornasse alla Grecia dei Padri, chi lo direbbe a Standard & Poor's. Se la "borsa" diventasse "bisaccia" e riprendessimo il cammino verso la conoscenza, potremmo aspirare a un rating basato sulla sola bellezza?

mercoledì 7 marzo 2012

Non ho niente contro di te

Non ho niente contro di te,
perché dovrei.
Non ho niente contro nessuno, in generale.
Sono solo preoccupato,
dalla mediocrità
dalla meschinità
dall'indifferenza
dall'incomprensione
dall'arroganza
dal così fan tutti
dall'omologazione
dalla mancanza d'amore.
Sono solo preoccupato,
dall’ignoranza
quella che si sceglie
dalla religione
se non la scegli
per chi subisce
per chi ha sempre ragione
per chi non sa niente, e ha in mano tutto
per chi non vede il solido muro dove si schianterà.
Sono preoccupato per mia figlia
sarai veramente felice, ne avrai la possibilità, piccola mia?

Perché dovrei averla con qualcuno, se posso scegliere tutti.

martedì 6 marzo 2012

I tuoi occhi in me

Voglio dedicare questo canto a un amico, un amico fragile, che sta sperimentando quanto difficile possa essere tenere per mano il proprio figlio, mentre insieme, tentano di sfuggire alle tenebre.


Stringo forte il tuo tremore,
stringimi forte
nutriti di me
impossessati del mio corpo
e vivi per te
non piangere perché io piango,
sono le tue lacrime
e la tua bellezza
nei miei occhi
che accarezzano impotenti la tua fragilità,
stringimi forte non guardare
dove il demone folle siede
nutrendosi della tua perdizione
della mia disperazione
sfuggi le ombre, riposa
ti porterò lontano
là dove il vento ti risveglierà
per esserti padre,
quando io sarò stanco.

venerdì 2 marzo 2012

Se chiedi a uno specialista (che sa tutto)

Se chiedi a uno specialista (che sa tutto) ti dice, che sì, bisognerebbe conoscere il tuo passato, i tuoi traumi, i tuoi amori, le delusioni, le aspirazioni, la tua mamma, cosa ti è mancato, cosa ti manca, i tuoi libri, la tua musica, i tuoi luoghi, dove saresti voluto andare, dove vorresti essere, se preferisci la primavera o l’inverno, se senti freddo d’estate, se ti piacciono le cravatte, se ami il rosso, o chiederti come ti vedi? Se chiedi a uno specialista (che sa tutto) ti dice:”Si aiuti con questo…” (battuta rubata a Igor in “Frankenstein Junior”un film del 1974) e ti porge, come se fosse un bastone, una bella ricetta in cui, con grafia paleolitica, ha scritto: Prozac.


Guardassero, almeno, senza tante domande, cosa disegna il mio amico Massimo, prima di fotterti la vita!



Ciò che sai amare non ti sarà strappato

La passione
la leggi negli occhi
la vedi che passa invisibile
nelle leggere onde che disegnano
le tue labbra
la vivi baciandola
perché ti contamini
la annusi quando l’aria che ti manca
esplode nella bellezza del mondo.
La passione
nelle tue mani
che percorrono leggere il mio passato,
che brucia le mie vergogne e la mia stupidità
la passione è
l’eterno canto dell’acqua che ti nutre
morirei
guarito delle mie emozioni
“se dovessi capire che stanotte non ci sei”.


Una dedica alla passione di Alberto Perino e alla passione che ho per l’amore e per la verità. La frase virgolettata è di Lucio Dalla. Il titolo “Ciò che sai amare non ti sarà strappato” è rubato da un canto di Ezra Pound: “Strappa da te la vanità”.