mercoledì 7 settembre 2011

Il fisico apparente

Siamo disturbati da variazioni di stato tutti i momenti, e spesso capita che intorno a noi arrivi "l'energia" di ciò che è rappresentato, non da ciò che "è" realmente. Corpi che vagano e vivono di vita apparente ma non della sua essenza, che necessita di vero sudore, di felicità effimera, pronta all'uso, inconsistente, che necessita di sudore rappresentato, niente di viscerale, semplice produzione olografica.
Questo stato mentale trasforma anche le particelle di materia di cui siamo fatti, per questo crediamo che vedere, toccare, amare una persona sia reale, che accada veramente. Poi guardi un attimo le cose di cui sono fatte le relazioni, e ti accorgi che, appunto, sono cose, volgare materia di cui hai bisogno per costruire una vita volgare. E' lo stato del "Fisico apparente" perché anche nella "fisicità" rappresentiamo canoni, molte volte imposti, canoni di leggerezza e fronte asciutta, assenza totale di sudore, per non scegliere, e vivere di una vita di grandi soddisfazioni completamente inutili, perché non scegliamo, e infelici ridiamo, felici d'illusione. Non sarebbe di per sé grave, "essere apparenti", se non esistesse un unico campo energetico dove tutti interagiscono (con tutti includo tutti gli esseri viventi, e non solo) e dove interveniamo, non con la consistenza dell'essere, ma con il peso della sua assenza, energia spenta, negativa; per questo commettiamo non solamente un "delitto" verso noi stessi, ma, quasi in modo irreversibile, verso la poesia della vita che abbiamo lasciato dietro la porta.
Non scegliere è un delitto verso coloro che non hanno scelta, nessuna. Amare l'apparente, è come ricercare ossessivamente la strada più breve per distruggerci.

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