domenica 27 novembre 2011

La Sorte degli uomini- Jared Diamond

Jared Diamond, biologo americano, nel suo libro “Armi, Acciaio e Malattie” con il sottotitolo “Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni”, propone le sue teorie su basi scientifiche, per una rilettura, una riscrittura della storia del mondo, dove le diversità geografiche, la genetica (insieme con altri fattori) hanno determinato l’egemonia di un popolo anziché di altri. Un lungo, incredibile viaggio che con “La Sorte degli Uomini” si legava in modo straordinario:
“Cosa deve fare un’élite per avere il consenso popolare e allo stesso tempo mantenere il suo stile di vita?” Scrive Diamond nel capitolo “Dall’uguaglianza alla cleptocrazia”, e indica quattro punti, vi trascriverò il quarto.”Fabbricare un’ideologia o una religione che giustifica la cleptocrazia. Gli uomini delle bande e delle tribù credevano già nelle entità soprannaturali, ma questo non giustificava l’esistenza dell’autorità o del trasferimento di ricchezze, e non bastava a frenare la violenza. (carattere connotativo delle bande e tribù, trattato nei capitoli precedenti, N.d.A.) Quando un insieme di credenze fu istituzionalizzato, proprio a questo scopo, nacque ciò che chiamiamo religione…. Così potevano dire al popolo che lo servivano, facendo da intermediari con il soprannaturale....”
La sorte degli uomini è legata anche a questo.
(Jared Diamond, “Armi, Acciaio e Malattie-Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni”, Einaudi, 2010, la citazione è a pag. 220)

sabato 26 novembre 2011

La Sorte degli uomini- Il dialogo

Una lunga interminabile fila di uomini, non si conosce l’inizio, quanti siano. Ognuno di loro porta, nella mano sinistra, un piccolo oggetto, mille e mille piccoli oggetti, doni per il Signore del Tempo, metà uomo e metà cane, che custodisce il destino di ciascuno di loro. Solo l’ultimo della sterminata coda, una bambina vecchia, ha le mani vuote. Quando il cane dalle fattezze umane, si accorge di quell’essere, ai suoi occhi ripugnante, tuona – perché ti presenti al tuo padrone senza niente.
La bambina che custodisce il segreto mai svelato di sua madre, per niente impaurita- perché dovrebbe interessarmi la mia sorte, se la conosco già, morirò giovane come mia madre, avrò dei figli che mai potrò amare, perché moriranno prima che i miei occhi si asciughino, avrò fame, avrò sete, non mi accorgerò dell’uomo che dice di amarmi, perché vedrò la sua ombra allontanarsi da me, sempre più lontano, per non morire. Perché dovrei sapere, se già so, tu potrai solamente dire quello che sapeva mia madre, che io conosco e che sapranno i miei figli, il nostro destino è la morte senza conoscenza, e tu, questo non lo potrai cambiare. Perché dovrei portarti in dono ciò che non possiedo, come non lo possedevano tutti i dannati che mi hanno preceduta. L’uomo cane, quasi insensibile alle terribili parole della bambina, arcigno ribattè- e allora perché tutto questo viaggio, per giungere alla montagna della fine.
Lei, quasi con un sorriso benevolo consapevole della cecità del potente Signore- perché è venuta l’ora di svelare il segreto che custodiamo dalla notte dei tempi, il segreto di tutti gli uomini vissuti e di quelli che nasceranno: tu esisti perché esistiamo noi, i morti che vivono e, quando noi non saremo più, voi scomparirete, e tutte le cose che avete custodito saranno polvere, e nella polvere è celata la vostra stessa sorte, quando l’ultimo respiro dell’ultima donna cesserà, tu sarai l’origine di un altro ciclo cosmico di uomini morti che vivono, e viaggerai per tutta la tua vita per giungere alla sacra montagna della fine, per perpetuare la dannazione di coloro che non hanno conoscenza, che viaggino, o che abbiamo sembianze di cane.
In quel preciso momento, esalò un ultimo respiro che echeggiò con la potenza dirompente della profezia- che tutto si compia con me, l’ultima.

giovedì 24 novembre 2011

La necessità del sapere

Ho ascoltato insonne
il senso che non trovavo
mi sono rigirato nel letto, Universo?
Dovevo sapere.
Ho sfogliato le pagine mie preferite, Immenso?
La mia inquietudine negava,
niente poesia,
ora sfoglio il libro degli Angeli, Luminoso?
Perché, non ricordo?
Cerco nel suo opposto
la lunga lista dei perduti, Dannazione?
Le cose che so, Miseria?
Quello che ho cercato, Tormento?
Ciò che ho perduto, Vivere?
Carne e sangue, Estasi?
Sostanza? Essenza? Magma? Nuvola?
Esistere?
Assenza? Ansia? Scoperta? Illusione?
Forse Divino?
Il cantare fastidioso, meccanico del giorno
la tenue luce,
mi ricorda la vita
oramai sveglio
finalmente capisco,
sintesi è negazione,
e tutte le parole non avrebbero mai composto
il significato vero di
Amore.

martedì 22 novembre 2011

Congiunzioni

Sospeso
aspetto che si compia
la congiunzione dei miei opposti
per declinare tutte le formule
dell’arcano attimo padre del tempo
in canti di felicità sussurrati,
che la primavera e l’autunno
l’estate e l’inverno
possano rinascere nella sola stagione
dove l’amore è sole e luna
notte e giorno,
nutrimento
d’immenso e d’abisso
di felicità e perdizione
un unico punto
nel vuoto eterno del tutto.

lunedì 21 novembre 2011

Quello che sarà

Vagano gli Antichi Padri del deserto
senza più carne, senza sangue
deviazioni della natura, e
umani.
Vagano prima che il tempo iniziasse,
vagano consapevoli
che è lì,
la casa invisibile dalla porta celeste
dove l’angelo con la bilancia attende il male:
Qui abita Colui che era, che è, che viene.
Entrate,
e che il giudizio si compia.

domenica 20 novembre 2011

dormi, Amore

Dormi, Amore
chiudi i tuoi occhi all’ultimo raggio di luce,
dormi, amore
che dorma la tua bocca
che bacerò ad ogni fremito,
dormi, amore
posa il tuo dolce viso, stanco
sul cuscino
perché tu possa sognare la bellezza
di ciò che è stato,
dormi, amore
io veglierò su di te,
con la mia spada di cristallo,
trafiggerò
uno ad uno, o tutti insieme
i mostri mangiatori di tempo,
dormi, amore
e lascia che solo il tuo cuore resti sveglio,
batta forte
a ricordarti
che vivi
lontana dall’altrove
dove l’ultimo raggio di luce
illumina la morte.

venerdì 18 novembre 2011

Wazlaga

La mia mente alterata
e spaventosi dolori al ventre
non vedo neppure il moto dell’acqua
ininterrotto,
spingere la balena
dalla grande bocca
che parla agli invisibili
delle possenti mani con tre dita
che stringono la mia anima
e gridano, senza alcun suono
per orecchie profane,
solo io posso avvertire
la potenza della possessione,
e la candida bestia che porta con sé
l’ultimo tratto del viaggio
implora le orrende creature
di essere leviatano
e risparmiare
gli occhi di lacrime
che in eterno saranno
acqua e mare
fino al compimento del tempo.

giovedì 17 novembre 2011

Il Tutto e l’Oltre

Chiamami ancora
urla la tua passione,
e il mio nome
che fuggano
i demoni che mi possiedono
mentre vivo
oltre la perdizione

I cento oscuri

Schiere armate di guerrieri
dai lunghi denti e
le zampe di lupo
i corpi straziati di bambini senza futuro
si offrono, morti
ai mangiatori di anime.
Lontano, sulla collina
le ali spiegate
il nero Signore della notte eterna
non di sangue si nutre
ma di sola certezza
che non vivranno,
mai più
anime innocenti.

lunedì 14 novembre 2011

Genesi

Non utilizzerò le interpretazioni, che di questo passo dell'Antico Testamento (in special modo quella della religione ebraica) riempiono piene pagine e pagine, ma mi limerò a trascrivere il versetto della Bibbia diciamo, versione CEI:

Genesi 3, 1-13...."ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete...........Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! ...........Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male..... Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture".
E' una scelta difficile: rimanere ciechi, inconsapevoli, schiavi delle tenebre, o soffrire, nudi nella condizione umana, e liberi.
Io da padre, avrei detto a mia figlia, se vuoi mangiare il frutto della conoscenza, sei libera di farlo, sappi, che i tuoi occhi vedranno la bellezza, e il tuo cuore sanguinerà d'amore, ma, vivrai.
Un padre vero è molto meglio della sua interpretazione.
Non utilizzerò le interpretazioni (in special modo quella della religione ebraica), che di questo passo dell'Antico Testamento riempiono piene pagine e pagine, ma mi limerò a trascrivere il versetto della Bibbia diciamo, versione CEI:
Genesi 3, 1-13...."ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete...........Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! ...........Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male..... Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture".
E' una scelta difficile: rimanere ciechi, inconsapevoli, schiavi delle tenebre, o soffrire, nudi nella condizione umana, e liberi.
Io da padre, avrei detto a mia figlia, se vuoi mangiare il frutto della conoscenza, sei libera di farlo, sappi, che i tuoi occhi vedranno la bellezza, e il tuo cuore sanguinerà d'amore, ma, vivrai.
Un padre vero è molto meglio della sua interpretazione.

sabato 12 novembre 2011

Tensioni

Mi piacerebbe citare uno dei miei autori preferiti,ma questa volta non lo farò, anche se “Tensioni” è intriso dei suoi insegnamenti, “Libertà” e “Esistenza”, sono come “notte e giorno” indissolubili, fino a quando ragioneremo nei termini temporali che abbiamo imparato. Gli insegnamenti servono, ma senza l’ispirazione sarebbero inutili, non potremmo perpetuarli, per questo ringrazio il mio amico F. che mi ha ispirato.
Grazie F, non sarà facile “economizzare le tensioni”, perché è la tua dimensione di libertà.

Tensioni
1
Fermo in una buia stazione
la mia vita
in attesa
guardo lontano il binario
l’inizio,
il lungo viaggio
scomodità
e incanto
disperazione e promesse,
aspetto ancora
che tutti si radunino
perché vedano i miei occhi
che ricordavano di bambino
stanchi di tanti viaggi
promettere
una sosta che mi faccia esistere.
2
Sfuggo le tenebre
che nascondono la luce
dell’altro me,
notte e giorno
una corsa forsennata lontano da me stesso.

3
La mia testa esplode
non posso mitigare
le tensioni del mio malessere
ma solamente vivere di libertà.

mercoledì 9 novembre 2011

Ereshkigal

Salvami dalla grande terra
perché possa vivere
l’illusione dei miei occhi piangenti
che nutrono
il deserto che sono
brillare degli infiniti colori
della felicità negata

Lucifer

Mille giorni orfani di luce,
aspetto che rischiari
perché possa vedere
l’abisso
risolversi
nel giardino della mia infanzia

lunedì 7 novembre 2011

Astaroth

Sono
illuminato
da tenue luce
di notte di luna,
le ombre di oscura essenza
danzano immobili
nel grande teatro
delle anime perdute
che lo spirito del drago
sorveglia,
perché il buio non nasconda
gli occhi innocenti
degli uomini che sono morti
d’amore promesso.

venerdì 4 novembre 2011

Non ero io

Sommo algebricamente
tutte le cose di cui sono fatto
una ad una, le controllo
per non scordare niente
ma l’effetto si nega alla verifica,
riprovo
cento, mille volte
ma l’intero, non sono io.
Ricontrollo per l’ultima volta
e la mancanza adesso è evidente
tra le voci “dimensioni dell’essere”
aggiungo, Poesia
e, dopo venti anni, finalmente
mi addormento.

giovedì 3 novembre 2011

Maestri

Respiro a fatica
mentro guardo i colori della notte
i pensieri ottenebrati d’illusioni di morte,
la bocca che sputa sangue
le mani scosse dagli ultimi fremiti,
la mia testa caduta nel baratro.
Ma quando il mio maestro dice
E’ ora, andiamo
la luce dell’alba
illumina le mie passioni
e la sua vita,
diventa la mia vita.

Devo ringraziare Irma, la mia maestra di T’ai Chi Ch’üan, che parlando del suo maestro, ha raccontato un’incredibile storia di “alchimie interiori” che ha ispirato “Maestri”