lunedì 16 maggio 2011

EX FALSO QUODLIBET *

La contraddizione, in logica, è un nemico acerrimo, un nemico da ultima battaglia. La logica moderna ha adottato il principio di “non contraddizione” come presupposto vitale del pensiero, perché “da una contraddizione si potrebbe derivare qualunque cosa e la logica diventerebbe inutile”*. La frase che riporto tra virgolette si è trasferita in un angolo del mio cervello, e continuando pur con l’impegno che richiede leggere, per capire, simili argomenti, ogni tanto ritornavo a pag. 63: “…… la logica diventerebbe inutile” mi risuonava minacciosa. Poi ad un tratto ho capito, perché molte delle affermazioni della classe politica mi provocavano un notevole disagio, perché dietro le parole dette, e applaudite, era contenuta, celata ma non sempre, e non troppo, la contraddizione come principio ( odio il rosso; a una cena d’affari vado con il rosso) non un preposizione che include, pur contraddicendosi, ma un elevazione, appunto, a principio, che di filosofico non ha nulla, aggiungerei, bensì è pura e semplice strategia comunicativa, che tiene conto, come avrebbe detto Osho della credulità ottusa di coloro i quali sono disposti a credere a tutto, al di là di ogni logica possibile.
Perché si adotta come dicevo la contraddizione nella strategia comunicativa se, chi ascolta è disposto a credere lo stesso? Perché è il modo più semplice, più immediato, meno faticoso per uccidere, arrivando diritti al suo cuore, l’essenza stessa della logica della preposizione: la verità.

*Piergiorgio Odifreddi “Il diavolo in cattedra”, pag. 63-Edit. Einaudi

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