lunedì 29 agosto 2011

L'amore delle gazzelle

"L'amore delle gazzelle" è dedicata a noi uomini che, improvvisamente, scopriamo una vocazione suicida, inconsapevole, e la "conquista" dell'acqua, alla quale abbiamo sempre attribuito un valore irrisorio, diventa improvvisamente degna dell'estremo sacrificio.
La dedico, anche a coloro che, consapevolmente, percorrono gli ultimi metri che li separano dall'acqua che sgorga dalla montagna, perché giudicano la morte il giusto premio per chi vuole veramente vivere.

Ascolto ossessionato
il rumore dell'acqua che scorre quieta
vivrei
se non mi sentissi prosciugato
di vita,
se la sete rimanesse nei deserti della mente
che mi sussurrano di morte.
Ma corro,
senza più fiato
vestito di risata
verso la fresca fonte della mia perdizione.

1 commento:

  1. Dalla "morte"(quella mentale, non fisica) può nascere un fiore meraviglioso, nuovo, profumato e unico: noi, che ha bisogno di quella fonte, fresca, della perdizione per rimanere vivo "finchè morte non ci separi" - direbbe qualcuno - =)

    Il punto è riconoscere questa morte, fare con lei un pezzo di cammino (possibilmente breve ehehehe) ed estrapolare tutta la bellezza del "imparare dall'errore" o almeno riconoscerlo.

    Altrimenti si è morti invano. :D

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