martedì 31 maggio 2011

Avanti nel passato

Non sei mai veramente pronto quando comincia a soffiare il vento della rivoluzione *. Non sei pronto perché non ci hai mai creduto; non sei pronto perché pensi che nulla cambierà; non sei pronto perché ai piccoli privilegi, insignificanti, in fondo non vorrai mai rinunciarci. Non siamo pronti a cambiare, perché "conservazione" è scritta nei nostri codici genetici, e quando devi cambiare strada, il nostro vecchio amico, l'homo erectus, ci ricorda che arrivare fin qui è stato lungo e faticoso, e non è il caso d'imboccare strade strette, impervie e scomode, quando, davanti a te, c'è già, bella e pronta, la comoda, sconfinata e sempre diritta strada che porta indietro, ma questa destinazione a noi è sconosciuta.

* "Rivoluzione" è per me cultura, conoscenza, curiosità, negazione delle regole dei giochi fatti, è democrazia, è scuola pubblica, è scuola pubblica come missione, è acqua come civiltà non come dividendi, è matematica, è filosofia, è poesia, è il mare al tramonto, è la montagna imperscrutabile, è un bambino che gioca con il suo papà che non vuole tornare ad essere un moderno abitante delle moderne caverne, e vivere in eterno di immagini di un mondo che non abbiamo mai immaginato.

lunedì 30 maggio 2011

PeaceReporter - Germania, stop al nucleare entro il 2022

PeaceReporter - Germania, stop al nucleare entro il 2022

Luce e Ombra

Incontramoci nella luce
perché possa vedere
nei tuoi occhi
il contrasto di ombre lontane,
la linea eterea dei confini del tempo
e realizzare
nella dolce penombra
tutto quello che è stato
e quello che ancora non è
luce o ombra,
l'eterno gioco dell'amore.

venerdì 27 maggio 2011

Il settimo riferimento

Se ti dovessi trovare
solitario e avvolto da tenebra,
il cielo traditore che ti nega
le ultime stelle,
assente di cose visibili
in un'infinità distesa di nulla,
allora, proprio in quel luogo
non cercare una bussola
che ti indichi la strada
ma guarda dentro di te
il cammino che sogni.

giovedì 26 maggio 2011

In tanti scrivono di miracoli, anch'io!

Alla fine della scorsa estate, di ritorno dalle vacanze, abbiamo visto aggirarsi un individuo non autoctono, mai visto prima, lo descrivo come avrebbe fatto il Linneo:

- Classe Mammiferi
- Ordine Carnivori
- Famiglia Canidi
- Genere Canis
- Specie lupus familiaris

Un Cane!
Che portasse esperienze di un passato "contaminato" da diverse culture, fu subito evidente, anche ai nostri occhi poco esperti: chiazze nere, con leggeri accenni bi-cromatici, su un mantello lanoso bianco- pecora, e un muso da cane nobile, ancorché dedito a un mestiere duro, attitudine facilmente desumibile anche dal solido corpo di cucciolo. Lo abbiamo adottano, gli abbiamo dato un'identità e un nome (le due cose non sono separate) "Ozio", perché il primo cucciolo, di peluches, di mia figlia si chiamava così. E' cresciuto e, fatalmente, si è "innamorato" e, come estensione della prerogativa acquisita, la sua casa è diventata la casa della "brutta tenebrosa". Avrei sperato, come tutti i "genitori" all'antica, che avesse fatto un'altra scelta, ma come non può un poeta imporre scelte al cuore palpitante di un innamorato, così e per questo, ho lasciato che la sua compagna diventasse parte integrante della sua vita, ho mantenuto, però, inalterata, e altera, la mia distanza dalla compagna di Ozio: mai una carezza e, cibo quanto bastava. Una settimana fa degli strani rumori provenienti da un angolo nascosto del portico della casa, mi avevano messo per un momento in stato di attenzione, per un momento, appunto. Sabato si poteva da un nome, una definizione circostanziata a quegli strani rumori: una cucciolata. Da subito, come per effetto di una leggera pressione su un interruttore, è cambiato il mio atteggiamento: 8 piccoli esseri di tutte le nature precedenti dei 2 genitori: 1 è tutto bianco, 1 tutto nero, 1 è tutto Ozio, 1 con le chiazze marrone (il bi-cromatismo di prima), gli altri o le altre, si sono spartite le chiazze nere così come ha deciso il codice scritto dai due. Forse è stato vedere come incurante di tutto, tutto continuava ad essere così come doveva, carezze o meno, accettazione o negazione, consapevolezza o assurda ottusità, che tutto è cambiato, le ho comprato tutto il necessario: 2 nuove ciotole, una cuccia tutta per se e i cuccioli, cibo energetico, oltre non misurabili quantitativi di cibo prima negatole. L'ho anche abbracciata e carezzata senza remore, la nascita ti cambia, per sempre, io questo lo so bene. Poi, mentre lo spazzolavo, ho parlato con Ozio, a lungo, delle sue responsabilità, della sua nuova vita, gli ho detto che avrebbe dovuto abbandonare le sue vecchie abitudine di fuga, retaggio della sua prima vita di cucciolo abbandonato. Muovendosi, come sempre, apprezzava con muto assenso le mie parole, di cui non capiva che le vibrazioni che la tensione affettiva aveva creato. Ora, il miracolo non è, come per un attimo avrete pensato, quello della vita, della nascita, ma il miracolo di come due esseri viventi, che la variabilità dei caratteri aveva determinato due destini diversi, potessero convivere, non perché le aspettative dell'uno fossero riposte nell'altro, per effetto di bisogni reciproci, per puro possesso, o per mille altri motivi per cui ti puoi relazionare con un cane (ma non solamente con loro!), bensì semplicemente per effetto di primogenitura perché, comunque la pensiate, il perfetto equilibrio che richiede vivere in un piccolo, sperduto posto chiamato Terra, non ci consente che un'unica direzione da percorrere, quella dettata dal genitore che abbiamo in comune: l'amore.

mercoledì 25 maggio 2011

Control + V

Quante volte vi sarà capitato di usare la funzione "incolla" del vostro pc, e come succede, per la troppa fretta, non rileggere quello che avete copiato. A parte errori eclatanti, che non sono così pochi, nemmeno nei documenti ufficiali,ne esisto alcuni di modesta entità che non alterano il senso del testo. Sono gli errori di "Prima generazione" come li definisce Dawkins, parlando di "geni", che non pregiudicano il "testo genitore", il suo messaggio.
Richard Dawkins è uno dei miei autori preferiti, è la mia fonte atea che supporta la mia vera anima, quella di ricercatore gnostico. In un suo libro famoso* Dawkins sostiene che gli errori di copiatura in natura sono quelli più interessanti in un ottica evolutiva, per l'imprevedibilità, nel lunghissimo tempo, del risultato.
Parlando degli errori di copiatura, quando ancora si ricopiava a mano, cita un famosissimo, e fondamentale, passo della Bibbia, e siccome la sua citazione era impegnativa, sono andato alla fonte: il Vangelo secondo Matteo.
Matteo 1.23:
"Ecco: la vergine concepirà e darà alla luce un figlio che sarà chiamato Emmanuele".
Dawkins sostiene che il termine "vergine" è un errore di copiatura, in quanto la parola ebraica "almah" (indicato nel testo di Isaia) significa "giovane donna" senza, dice Dawkins, implicazioni di verginità.
E se un errore dei "replicatori" * avesse lo stesso impatto della traduzione di "almah", cosa ci si potrebbe aspettare se con la controversa genesi del genere umano, una nuova e inaspettata specie di uomini che ricercano fino alla fine tutte le verità, che errori, voluti o meno, hanno celato ai loro occhi pigri.
Ma la natura vigliacca e cieca del genere umano, suggerita dalla sopravvivenza del gene o della specie non fa differenza, consiglia, gridando, meglio premere il tasto "erase" e chiudere lì, e ripartire dove tutto era iniziato: una pagina piena di errori.

*"Il gene egoista" Richard Dawkins, Mondadori 1995. I "Replicatori", l'autore immagina, e le pone come una delle colonne portanti della sua teoria, che esistano molecole evolute capaci di copiare se stesse.
Il riferimento al termine "almah", e tutto il resto, è contenuto nelle note dell'edizione 2011 a pag. 281 (Oscar Mondadori).

martedì 24 maggio 2011

Come si compongono le note

Vai a fare un progetto di ricerca! Leggevo, nella mia ricerca, appunto, di punti di vista, :"Se il punto non differisce dal corpo, il centro da la circonferenza, il finito da l'infinito, il massimo dal minimo, sicuramente possiamo affirmare che l'universo è tutto centro o che il centro de l'universo è per tutto..." e mentre già sentivo l'odore acre della legna bruciare il corpo di colui che negava che la terra potesse essere il solo centro riconosciuto dell'universo, ho lasciato un attimo quel testo eretico* e come un rito di spegnimento del fuoco, mi sono tuffato nella modernità dell'eresia anarchica di Don Andrea Gallo, vai a fare una ricerca! Nel suo libro- testimonianza "Così in terra come in cielo" inaspettatamente, parla di profumi, di un profumo che gli hanno regalato. Non è un profumo qualsiasi lo capirete semplicemente dal suo nome: Creuza de ma. "Creuza de ma" è una famosa canzone del suo amico Fabrizio De Andrè, di cui sono un grande, perduto appassionato "seguace". Alla faccia della ricerca, mi sono andato a documentare in rete, ed eccola, con tanto di profumiere e una foto della boccetta dai profumi che si " fondono con quelli del mare, dell'erba bagnata dei prati e di quelle aromatiche": "Creuza de ma".
Vai a fare una ricerca: dall'eresia alla poesia, perché anch'io ho voluto rendere onore a Giordano Bruno e all'universo è tutto centro, dedicando inadeguate parole che contengono anch'esse un argomento dogmatico e, il fuoco, stavolta, non è punizione ma sublimazione:

Aspiro avidamente
l'essenza multiforme,
insondabile nel tutto.
Separo minuziosamente
tutti gli arcani composti
uno ad uno
pazientemente
perché non sfugga
una sola, remota variazione.
Riapro gli occhi
per richiuderli delicatamente
e vivere
profondamente, come per l'ultima volta,
l'inebriante profumo dell'amore.

* Giordano Bruno, "De la causa, Principio e Uno", Mursia editore- 1985, pag. 215

lunedì 23 maggio 2011

L'Elogio del Vento

La mia passione consapevole per il vento nasce in una mattina della tarda primavera sarda, sui monti dell' Ogliastra, guardando il Kanyon di Gorroppu. Un vento teso,l'aria si muoveva senza preoccuparsi di cosa, di chi, sarebbe stato coinvolto in quel tempestoso movimento che, abbandonata la fisica che ne descriveva il suo essere esteriore, abbracciava con l'impeto dell'amante, tutti coloro che non avessero paura di mostrare i desideri più nascosti.
E' stato, è, il mio legame con l'oscurità che ognuno di noi porta dentro, capace com'è di mettere a nudo la tua vera natura. Una delle cose che ho scritto, che mi assomigliano, che parlano cioè di me senza perifrasi, è dedicata al vento:

Foglie mosse cadute
e il vento Padre
non agita una vita fragile.

Dopo, mai appagato, ho continuato il mio viaggio, dal vento che soffiava sul mare a nord di Barcellona su una minuscola "470", che copriva l'inutile " cazza, cazza" dell'istruttore spagnolo, perché quando il vento è sostenuto mi piace andare al lasco, per sentire urlare la sua di voce, senza impegnare in inutili tensioni le cime salate; al vento sotto il mare che chiamiamo "corrente", che aveva insidiato gli appassionati dello Shark Point, delusi dall'impeto,perché, scioccamente, non ne conoscevano la primogenitura, mentre, con l'aria indolente, il nostro accompagnatore maldiviano guardava il mare,indicando il suo orologio d'oro, per profetizzare che da lì a mezz'ora tutto sarebbe finito, e il mare sarebbe tornato al suo stato di torpore apparente, dimentico di quel vento- corrente che aveva scoraggiato i miscredenti; al vento mantrico di una fredda giornata di giugno dai lunghi ululati e spessi silenzi, che vegliava senza sosta il corpo avvolto sulla spiaggia solitaria, in perfetta solitudine, da un enorme asciugamano rosso, per coprire tutte le voci che il vento muoveva, e capire la vera essenza di quella vorticosa musicalità.

Adesso che mi sono fermato, so perché abbiamo un legame così stretto: perché il vento è musica; perché il vento è poesia; perché il vento è forza interiore; perché il vento è profezia, che rivela, solamente ai suoi adepti, la grande visione degli oscuri e magici movimenti dell'universo.

venerdì 20 maggio 2011

Ascoltando ieri Al Gore

Ascoltando, ieri, Al Gore che parlava di Current TV Italia , un canale d'informazione libero diffuso dalla piattaforma televisiva commerciale Sky, che, in quanto libero, liberamente verrà buttato giù dal satellite dal sig. Murdoch, e mentre realizzavo il tuffo della libera informazione da quota 35.786 chilometri, mi è venuta quella pruriginosa mania della ricerca. Sono andato a rileggere Norberto Bobbio, che parlando delle promesse non mantenute nel lungo, e non ancora concluso, processo di democratizzazione, o meglio, del percorso realizzato e quello che ancora non è stato compiuto, verso una democrazia di cui egli stesso nella "premessa non richiesta" dell'edizione del 1991*, dice di non conoscerne il futuro, e citando Hegel, "non s'intende di profezie", dicevo che nella sua analisi contenuta nell'opera "Il futuro della democrazia" * sostiene che alcune delle promesse, fondate sulla realizzazione dei principi inalienabili per l'affermazione di una vera democrazia, sono state disattese (l'analisi risale al 1984*, ma non mi pare sia cambiato molto). Proprio a proposito di una di queste promesse, il controllo pubblico del potere, "Chi controlla i controllori" dice:" Se non si riuscirà a trovare una risposta adeguata a questa domanda, la democrazia, come avvento del governo visibile, è perduta. Più che di una promessa non mantenuta si tratterrebbe in questo caso addirittura di una tendenza contraria alle premesse: la tendenza non già verso il massimo controllo del potere da parte dei cittadini ma al contrario verso il massimo controllo dei sudditi da parte del potere". Vi chiedo che parte gioca una libera informazione in questo scenario?

*Norberto Bobbio, "Il futuro della democrazia"- Editore Einaudi, 1991.

giovedì 19 maggio 2011

Reazione a catena, l'inizio

Non bisogna mai sottovalutare l'intelligenza e la disperazione, neanche quando, dopo avere bruciato i libri e erette muraglie (cinesi), credi nell'assoluto dominio dell'ignoranza, perché succede che, all'improvviso, un uomo disperato si da fuoco, e anziché bruciare il suo corpo, il suo essere, la sua storia, il suo mondo la sua vita, considerata alla stregua di un essere unicellulare, da fuoco a una generazione intera, a individui senza futuro, senza speranza, che da quel fuoco trovano una nuova genesi, morti bruciati da schiavi, rinati liberi. Quel fuoco, nonostante la distanza e il mare, continua a bruciare, ma se respiri le sue esalazione, non sentirai il puzzo della combustione ma, l'odore prezioso della lontana terra di "Utopia".

mercoledì 18 maggio 2011

Il Tempo e la conoscenza dell'Anima

Parlando del tempo in un accostamento filosofico del suo essere e del suo trascorrere, Jorge Luis Borges nel saggio "Il tempo e J. W. Dune" * cita Arthur Schopenhauer "che scriveva che la vita e i sogni erano fogli dello stesso libro, e che leggerli in ordine è vivere; sfogliarli a caso, sognare."
Se vi capiterà di sognare, come a volte accade, e improvvisamente, nella notte vi svegliaste e come se foste un'altro osservatore, e, vedeste il vostro futuro, voi stessi, le persone che conoscete, i vostri figli e, quella piega che immaginate sia una traslazione temporale dello spazio, può anche darsi che non sia un sogno, una pagina aperta a caso che vi porta nel futuro, ma l'ultima delle nostre anime che guarda indietro, per guardare la prima anima, quella che crediamo di conoscere.


*Il saggio è contenuto nel libro "Atre inquisizioni" di J. L. Borges, Feltrinelli "Universale Economica", 2009- pag. 28. John William Dunne citato nel saggio, nella sua "seconda vita", come un visionario o, se preferite, un sognatore, indagò sulla vera natura del "tempo" .

Scrivevo questa riflessione ieri sera, mentre ascoltavo un brano di Franco Battiato che non sentivo da "Tempo": Ecco com'è che va il mondo

martedì 17 maggio 2011

L'Ignoranza è Forza **

Milano è cambiata. L'Italia può cambiare. Ieri sembrava che il coro composto da ieratici elementi, mi piace immaginarli con il capo coperto dal lungo feltro colore della terra dei Dervisci, senza la grazia rotante dei discepoli della confraternita islamica, ma con lo sgradevole contorsionismo dettato delle parole, senza musica, della politica, intonasse il canto polifonico della conservazione. Ma in un angolo un numero attirava la mia attenzione, abbassato il volume di quel canto tante volte sentito, ho ritrovato, come Anna Blumm *, le tracce tra le ultime cose, di una speranza di vita vera. Non una vita da angoli oscuri, come il Winston** di Orwelliana memoria, che trovava rifugio in una rientranza del suo appartamento per non essere ripreso dal Grande Fratello nell'illusione di vivere, ma una vita illuminata dall'inarrestabile, così mi piace credere, irrefrenabile voglia di cantare fuori dal coro. 3,1%, non so se domani cambierà, ma mentre scrivo che è trascorsa appena un'ora dopo mezzanotte, mi piace immaginare, almeno un giorno diverso: senza partiti dell'amore (in "1984" esisteva anche il ministero dell'amore, che si occupava della guerra, che cosa strana!) ma con l'amore quello vero; con le donne che non hanno la sgradevole voce di tante che hanno cambiato genere sessuale, come aveva profetizzato in un intervista José Saramago***, ma le donne che avvitavano bulloni, che si battono per i diritti civili, le donne, perché no, che sono le nostre mamme, le nostre sorelle, i nostri angoli illuminati dove ci rifugiamo quando vogliamo essere. 3,1% è il seme, vedrete la pianta!

* Anna Blumm è la protagonista di Paul Auster nel libro " Nel paese delle ultime cose".

** Winston è il protagonista di George Orwell nel libro "1984"; "L'Ignoranza è Forza" era la frase che capeggiava sulla facciata del "Ministero della verità" nello stesso libro.

*** Secondo José Saramago esistiono tre generi: maschile, femminile e politico.

Questo post potrai leggerlo su: commenti sulle elezioni

lunedì 16 maggio 2011

EX FALSO QUODLIBET *

La contraddizione, in logica, è un nemico acerrimo, un nemico da ultima battaglia. La logica moderna ha adottato il principio di “non contraddizione” come presupposto vitale del pensiero, perché “da una contraddizione si potrebbe derivare qualunque cosa e la logica diventerebbe inutile”*. La frase che riporto tra virgolette si è trasferita in un angolo del mio cervello, e continuando pur con l’impegno che richiede leggere, per capire, simili argomenti, ogni tanto ritornavo a pag. 63: “…… la logica diventerebbe inutile” mi risuonava minacciosa. Poi ad un tratto ho capito, perché molte delle affermazioni della classe politica mi provocavano un notevole disagio, perché dietro le parole dette, e applaudite, era contenuta, celata ma non sempre, e non troppo, la contraddizione come principio ( odio il rosso; a una cena d’affari vado con il rosso) non un preposizione che include, pur contraddicendosi, ma un elevazione, appunto, a principio, che di filosofico non ha nulla, aggiungerei, bensì è pura e semplice strategia comunicativa, che tiene conto, come avrebbe detto Osho della credulità ottusa di coloro i quali sono disposti a credere a tutto, al di là di ogni logica possibile.
Perché si adotta come dicevo la contraddizione nella strategia comunicativa se, chi ascolta è disposto a credere lo stesso? Perché è il modo più semplice, più immediato, meno faticoso per uccidere, arrivando diritti al suo cuore, l’essenza stessa della logica della preposizione: la verità.

*Piergiorgio Odifreddi “Il diavolo in cattedra”, pag. 63-Edit. Einaudi

giovedì 12 maggio 2011

Uno Nessuno Centomila, un teatro, un dittatore

Un teatro vuoto
centomila facce senza volto.
Il popolo dell'assenza
abita il non luogo dove
solo uno coglie l'energia animale esplosa,
senza che nessuno nel disastro
cerchi la sua anima perduta,
perché non sente il peso dell'inesistenza,
e l'officiante ne canta, per lui, per uno,
il possesso di centomila facce senza volto.

lunedì 9 maggio 2011

Canto di primavera

A cavallo di un vecchio braccio di un albero che ascolta
il lontano rumore dell'acqua
e il ritrovato senso della vita,
vedrai le fate che officiano l'apparente immobilità.
La terra fresca ti accoglie dormiente,
mentre tutti gli abitanti del bosco
partecipano al rito immutabile dell'amore.

venerdì 6 maggio 2011

La poetica della ribellione

Non so se vi capita di non essere capiti, come se, semplicemente, le persone con le quali ti relazioni parlassero una lingua diversa dalla tua. Poi rifletti, dopo avere rivisto, controllato, quasi sezionato le cose che hai detto, e ti rendi conto che, non è un uso incongruo di idiomi, ma un uso di argomenti scomodi, a costruire il solido muro d'incomprensione. Il cervello umano si è evoluto secondo il preciso paradigma della sopravvivenza (ne ho parlato in un precedente post) e non lascia in alcun modo la possibilità di deviare dalla sua costruzione, rinnegando tutto quello che potrebbe comprometterla. Forse in un piccolo spazio, registra queste deviazioni, le elabora forse, aggiungo per la seconda volta, perché potrebbero essere utili per una rivalutazione paradigmatica del significato di "sopravvivere". Quello che succede non lo so. So, per certo che del cervello umano si conosce solamente una piccola parte delle sue funzioni (già definirli una piccola parte sembra quasi assurdo), figuriamoci se si scoprisse che in una delle sue infinite interconnessioni fosse collocato un neurorecettore, che comanda un enzima, che innesca una reazione, che ti fa pronunciare:"Se io sono un mediocre rappresentante della razza umana, e ho un potere immenso, perché dovrei mettere in discussione la mia mediocrità"!

P.S. Gli argomenti scomodi erano molteplici, ne cito uno per tutti:"Se in democrazia vale l'assioma un uomo, un voto, conta sempre uno, il voto di un uomo che nella sua vita ha letto solamente il manuale d'uso del suo ultimo telefonino?
Colgo l'occasione del post scriptum, per scusarmi dell'uso di termini come "neurorecettore" o di termini della stessa natura, che utilizzo esclusivamente per supportare la tesi letteraria, e di cui, come il nostro cervello, conosco appena il 3% (o 3x1000?)del significato e delle funzioni.

PeaceReporter - Italia, on line 'LaMiaScelta', il network dedicato al testamento biologico

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