sabato 23 ottobre 2010

Quello che può

"..è tale l’ostinazione di questi infedeli che nell’inferno rimangono vittime delle illusioni che li sedussero sulla terra. La morte non li ha disingannati, giacché è ben chiaro che non basta morire per veder Dio. Quelli che ignoravano la verità tra gli uomini l’ignoreranno sempre. I demoni che s’accaniscono intorno a quelle anime, chi sono se non le forme della divina giustizia? E’ perciò che non la vedono né la sentono. Estranee ad ogni verità, esse non conoscono affatto la loro condanna e lo stesso Dio non può costringerle a soffrire."

Anatole France, "Taide", pag. 63- Editrice Bietti Milano, 1927
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Per il bene comune...

Oggi, da più parti senti, sempre più spesso, ripetere: per il bene della nazione, per il bene degli italiani e così via dicendo. Mi sono ricordato di avere letto un passo di un libro di uno scrittore, e non solo scrittore, eversivo (i miei preferiti), vestito in maniera strana, un lungo abito nero, con un inserto bianco sul collo, un anticipatore di un noto stilista? Vi riporto un brano di uno dei suoi più famosi scritti:
“Tutto il problema consiste nel domandarsi come in materia politica bisogna concepire il bene comune. Le monarchie assolute dell’ancien régime, certo, ricercavano questo bene comune e fecero del loro meglio per raggiungerlo; ma questo bene esse lo videro attraverso le lenti degli interessi della propria casa reale; i diritti, la dignità e la gloria del monarca erano la loro grande preoccupazione e il bene comune si misurava volentieri dal raggiungimento di questo fine particolare, il giudizio dell’utilità particolare doveva coincidere con quello dell’utilità generale. In caso di conflitto tra i due novantanove volte su cento prevalsero gli interessi della casa regnante su quelli della nazione ….. Questa concezione utilitaria si trasforma a poco a poco in concezione morale quando si passa dall’utilità di un solo individuo … a quella di un gran numero di individui … Insomma più il vantaggio ricercato è d’interesse generale, più la politica tende ad assumere i caratteri della moralità, e meglio essa raggiunge il suo vero fine.”

Luigi Strurzo, Morale e Politica, pag. 83-Andrea Vigliongo e c.- Editori Soc. r.l., collana Cultura Sociale, 1946 Lire 200
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venerdì 22 ottobre 2010

Respirando profondamente, il tempo è come se non ci fosse

Un pensatore libero, da qualunque parte stia, è un pensatore Libero:

"La modalità adeguata di pensare il rapporto tra l'eternità e il tempo non consiste nel raffigurarsi l'eternità da una parte e il tempo dall'altra ponendo le due dimensioni in contrapposizione, come fa il Catechismo della Chiesa quando scrive che "la vita eterna inizierà dopo la morte".... Dato che l'eternità per definizione non inizia né finisce, pensare così significa solo ottenere ciò che Hegel chiamava "cattivo infinito", una raffigurazione dell'eternità come un tempo sterminato davanti a noi che non può che infondere timore e, ancor peggio, un sottile senso di noia."

Vito Mancuso "L'anima e il suo destino"- Immortalità dell'anima- Tempo ed eternità,pag. 145 Raffaello Cortina editore- collana Scienza e Idee, 2010
(anche il titolo del post è tratto dal medesimo libro)
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martedì 19 ottobre 2010

Madrid

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Non appesantire il tuo bagaglio
non c'è niente di cui hai bisogno
le calze pesanti quando avrai i piedi gelati
la camicia di cotone perché sarai allegra
le ricette quando avrai fame
quella che sei se sarai assetata
hai le parole per vivere
hai tutto ciò che ti serve
il tuo cuore è la tua valigia.

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lunedì 18 ottobre 2010

Col tempo sai

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Col tempo sai
col tempo tutto se ne va
non ricordi più il viso
non ricordi la voce
quando il cuore ormai tace
a che serve cercare ti lasci andare
e forse é meglio così
Col tempo sai
col tempo tutto se ne va
l'altro che adoravi che cercavi nel buio
l'altro che indovinavi in un batter di ciglia
tra le frasi e le righe e il fondotinta
di promesse agghindate per uscire a ballare
col tempo sai tutto scompare.
Col tempo sai
col tempo tutto se ne va
ogni cosa appassisce io mi scopro a frugare
in vetrine di morte quando il sabato sera
la tenerezza rimane senza compagnia.
Col tempo sai
col tempo tutto se ne va
l'altro a cui tu credevi anche a un colpo di tosse
l'altro che ricoprivi di gioielli e di vento
ed avresti impegnato anche l'anima al monte
per cui ti trascinavi alla pari di un cane
Col tempo sai tutto va bene.
Col tempo sai
col tempo tutto se ne va
non ricordi più il fuoco
non ricordi le voci della gente da poco
e il loro sussurrare
non ritardare copriti col freddo che fa.
Col tempo sai
col tempo tutto se ne va
e ti senti il biancore di un cavallo sfiancato
in un letto straniero ti senti gelato
solitario ma in fondo in pace col mondo
e ti senti tradito dagli anni perduti
Allora tu col tempo sai
non ami più.
(Col tempo sai cantata da Mel Ferrè di Ferrè-Defaye-Simontacchi-Medail, 1962)


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domenica 10 ottobre 2010

Mi interrogo sul tempo

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Se esiste un Principio Ordinatore che ha generato l’ordine universale, che non può prescindere dalle intime relazioni alla base della sua evoluzione, esso o egli, basa tutte le sue incomprensibili scelte ( per noi) sulle sequenze temporali che ogni variazioni di energia è previsto rispetti. Anche l’amore non sfugge a questa regola:



“Peccato

che il tempo vada solo avanti.

Potendo

ti amerei come avresti meritato.



Ora che sono pronto.

Tu

Ahimè

Non sei qui.”

“D’amore & d’altro”, Luciano Zaami- oxp editore





“Non avessi sperato in te

e nel fatto che non sei un poeta

di solo amore

tu continui a dirmi

che verrai domani

e non capisci che per me

il domani è già passato.”

“folle, folle, folle di amore per te”, Alda Merini Salani Editore


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