mercoledì 24 novembre 2010

Codici


Ascoltando le parole di Benedetto XVI, mi è venuto in mente un viaggio a Lisbona dove, dopo avere mancato per più di una volta l'appuntamento, ho potuto finalmente ammirare i Codici di Leonardo (Hammer-Leicester Gates!): una meraviglia!
Potete leggere da autori qualificati di questa wunderkammer, quali meravigliose visioni contengano quei 36 fogli.
Ripensi all'arte di Leonardo e rifletti che, come ai suoi tempi, anche oggi, si "tambura" il diverso ( che esercita, come sembrerebbe precisare l'autorevole fonte), ci si sostituisce ai codici scritti dalla natura, e si interpretano, con occhi appannati, assurde deviazioni molecolari che fanno infine sentenziare: malattia!
E io mi chiedo: Perché?

Dicendo i miei perché, tradirei ciò che è scritto nel mio codice, preferisco poetizzare:

Oltre la mente
puoi trovare un mondo nuovo
un sistema ordinato
dove l'energia è l'essere
dove l'energia è il sapere
dove l'energia è amore,
un mondo nuovo dove
i codici senza genere
descrivono la bellezza dell'universo.

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martedì 23 novembre 2010

Il tuo lungo viaggio

Anima, per me, è ricerca continua di motivazioni, definizioni, sortilegi, oscurità e luce, bellezza, perdizione, nascita e destino, nichilismo e morte. Anima è viaggio, è ritorno, ritorno in un posto dove non sei mai stato.

Puoi finalmente dimenticare
il tuo lungo viaggio
l’angoscia che ha contato tutti i tuoi passi
l’acqua che hai implorato
il sangue che non hai asciugato
le lacrime che ti hanno preceduto.
Bussa ora alla porta
e varca la soglia
della casa delle anime
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lunedì 22 novembre 2010

Sulla bellezza (lettera a Marco)

Caro Marco, sabato scorso riflettevo sulla bellezza, sui suoi canoni ( cos'è bello?), su come la bellezza di fatto si interpreta più che vederla. Succede qualcosa quando l'immagine che abbiamo davanti i nostri occhi percorre la sua strada fino al cervello, succede qualcosa che non è solamente spiegabile con l'elettromagnetismo, e non è solamente quello che dicono gli antropologi, che è una provata verità, che ciò che vediamo è filtrato dalla nostra appartenenza, dalla nostra cultura. Succede qualcos'altro se qualcosa di bello ciascuno di noi lo percepisce in modo diverso, fino ad arrivare a visioni diametralmente opposte: per il soggetto "x" è bello, per il soggetto "y" non lo è affatto!
Io credo che, la differenza stia nel fatto che alcuni percepiscano quello che di fatto quel fascio di fotoni sono, e cioè, pura energia; al contrario di altri che li percepiscono solamente come una semplice, e magari bella, immagine!
Energia e bellezza, questo è ciò che penso, un binomio inscindibile, due forze che muovono il mondo, unitamente alla passione, due facce dell'energia per antonomasia che è l'amore.

Con affetto ALX
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Trilogia sui capelli corti

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Chiamami col mio nome
ambiguità è quella che sono.


Fuggita dalle ire di dei gelosi
di equilibrio e di sintesi
ora vivi.


L'amore non è due metà
ma un'unica indistinguibile
fusione di estremi.

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giovedì 18 novembre 2010

Il pettine e l’uomo

Oggi, come tutti i giorni ho rivisto il mio più vecchio amico, Vittorio.
Eravamo con un altro amico con il quale avevamo condiviso i bei tempi delle superiori, quando, attratto dal suo istinto di cercatore d’antichità, lui posa improvvisamente la sua mano sulla giacca di Vittorio e, con un gesto da consumato teatrante, estrae dal taschino un pettine.
Un pettine di quelli che si usavano non ricordo più quanti anni fa. Pettine e custodia in similpelle colore cuoio, una rarità, un oggetto estinto, vera archeologia tricologica.
Vittorio, alla vista di quel caro vecchio oggetto nelle mani che, per la prima volta, non erano le sue, reagisce come il suo istinto gli suggerisce:
”Lo vuoi, te lo regalo”.
Non è facile separarsi da una cosa che ti è sempre appartenuta, ma non per lui: più che il possesso può la generosità.
Io che generoso lo sono giusto il necessario, voglio regalare a Vittorio queste mie parole, dedicate a lui e al suo pettine:

Lo guardi in quel gesto
oramai scordato dal mondo
da destra a sinistra il suo polso architetta
rettilinee ottusità puntare alla fine
strane ondulazioni che sanno di alti fondali
improvvise fermate
assurde accelerazioni
per poi distrarsi dalla sua immagine
e ammirare soddisfatto
la presenza del suo passato.

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venerdì 12 novembre 2010

La meraviglia dei numeri e una voce dal deserto

Molte volte cerchi motivi per meravigliarti, per chi ancora ci riesce, perché meravigliarsi è il principio del vivere in armonia, e, nella tua ricerca, spesso trascuri i luoghi che ti sono familiari, commettendo l’errore di chi crede che i fiori più belli si possano trovare solamente nei rigogliosi giardini curati dall’uomo: errore.
Nei luoghi più oscuri dell’universo può avvenire il miracolo della vita.
Così è stato quando dal profondo deserto della rabbia, una voce:” Il vigile è il vigile della transenna o è il vigile della viabilità”.
In questa frase c’è una profonda riflessione filosofica dell’Essere e della sua rappresentazione. Se guardi solamente i numeri (sono in servizio 50 vigili urbani) rappresenti una realtà (che non è la realtà), se, invece, come quella voce, vede l’espressione”in servizio” come una funzione da svolgere, un compito, un dovere, la motivazione per cui sei vigile urbano, quel numero (50) diventa non più, come nella sua rappresentazione numerica “50”, bensì “50” fratto un incognita (x), dove x rappresenta il coefficiente detto CDD (non è un partito politico!), che è l’acronimo di Coefficiente di Distrazione dal Dovere, quindi,
•Considerando la collocazione geografica del luogo dove i “50” prestano servizio;
•Considerando il risiedere simbiotico dei “50” con il luogo di lavoro;
•Considerando il coefficiente di crescita del sentire civile del luogo di lavoro dei “50”

Si determina il valore di “x” uguale a 85%,
l’equazione dell’Essere vigili è quindi la seguente:
50:100%=x:85%
Risultato: sono vigili 7,5 individui (Viglili-Individui).
Non serve aggiungere altro.
Chi di numeri ferisce di numeri perisce! E grazie alla voce che mi ha dato la possibilità di filosofeggiare.

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domenica 7 novembre 2010

31 dicembre

Avevo appena finito di leggere la prima parte del libro “31 dicembre” e, tra tante sorprese piacevoli incontrate e altre che avrei scoperto in seguito, prima della 2^ parte, una pagina bianca.
Un momento per pensare al passato e prepararti per il futuro?
Io, in quella pausa narrativa, annullando ricordi e prospettive, ho preso la mia penna rossa e ho dedicato, in quello spazio sospeso tra racconto e attesa, libere parole al libro di Marina Guarneri:

Se sei deserto
vedrai solo granelli di sabbia.
Se sei sorgente
vorrai dissetare l’umanità.
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Comunione

I colori del tramonto,
che i miei occhi rifiutano
tu li vedi.
Il profumo del gelsomino, lo senti
ma è osceno per il mio naso.
Le dolci curve dell’amore, le tocchi
le mie mani immobili a proseguire.
Non voltarti, improvvisamente
sei solo.
Tutto quello che vivi, io vivo
Sono già dentro di te.

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Poesia esponenziale

"Nel suo Centomila miliardi di poemi (1961) lo scrittore francese Raymond Queneau introduce dieci sonetti di quattordici versi ciascuno, in modo che il lettore possa a suo piacimento sostituire ogni verso con uno dei nove che gli corrispondono.
Il lettore può anche comporre da solo 10alla14^, ovvero centomila miliardi di poemi diversi che rappresentano le immutabili leggi del sonetto."

(L’Impero dei numeri , Denis Guedj- cap.:Le numerazioni parlate, pag. 31 Universale Electa/Gallimard)

Sequeze e frequenze (anche il titolo è di FB)

Sto leggendo da qualche tempo libri che parlano di religioni, misticismo e tante altre cose, numeri, geometria sacra, la lista è lunga; come sempre, in punta di piedi, improvvisamente eccola la mia amica Antonella Camerlingo, non era da sola, aveva con se una poesia della nostra Emily:

Come Potenti Luci di Ribalta - ardeva il Rosso
Alla Base degli Alberi -
La lontana Recita del Giorno
Interpretava - per Essi -
Era l'Universo - che applaudiva -
Finché a Capo Supremo - della Folla -
Resa capace dal suo Abito Regale -
Io riconobbi Dio -

Mentre sto scrivendo questo post, le note di “Mesopotamia” del maestro Battiato, si diffondono nel luogo dove sono, "…cosa resterà di me del transito terrestre…".

Voi credete alle coincidenze?
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