giovedì 26 maggio 2011

In tanti scrivono di miracoli, anch'io!

Alla fine della scorsa estate, di ritorno dalle vacanze, abbiamo visto aggirarsi un individuo non autoctono, mai visto prima, lo descrivo come avrebbe fatto il Linneo:

- Classe Mammiferi
- Ordine Carnivori
- Famiglia Canidi
- Genere Canis
- Specie lupus familiaris

Un Cane!
Che portasse esperienze di un passato "contaminato" da diverse culture, fu subito evidente, anche ai nostri occhi poco esperti: chiazze nere, con leggeri accenni bi-cromatici, su un mantello lanoso bianco- pecora, e un muso da cane nobile, ancorché dedito a un mestiere duro, attitudine facilmente desumibile anche dal solido corpo di cucciolo. Lo abbiamo adottano, gli abbiamo dato un'identità e un nome (le due cose non sono separate) "Ozio", perché il primo cucciolo, di peluches, di mia figlia si chiamava così. E' cresciuto e, fatalmente, si è "innamorato" e, come estensione della prerogativa acquisita, la sua casa è diventata la casa della "brutta tenebrosa". Avrei sperato, come tutti i "genitori" all'antica, che avesse fatto un'altra scelta, ma come non può un poeta imporre scelte al cuore palpitante di un innamorato, così e per questo, ho lasciato che la sua compagna diventasse parte integrante della sua vita, ho mantenuto, però, inalterata, e altera, la mia distanza dalla compagna di Ozio: mai una carezza e, cibo quanto bastava. Una settimana fa degli strani rumori provenienti da un angolo nascosto del portico della casa, mi avevano messo per un momento in stato di attenzione, per un momento, appunto. Sabato si poteva da un nome, una definizione circostanziata a quegli strani rumori: una cucciolata. Da subito, come per effetto di una leggera pressione su un interruttore, è cambiato il mio atteggiamento: 8 piccoli esseri di tutte le nature precedenti dei 2 genitori: 1 è tutto bianco, 1 tutto nero, 1 è tutto Ozio, 1 con le chiazze marrone (il bi-cromatismo di prima), gli altri o le altre, si sono spartite le chiazze nere così come ha deciso il codice scritto dai due. Forse è stato vedere come incurante di tutto, tutto continuava ad essere così come doveva, carezze o meno, accettazione o negazione, consapevolezza o assurda ottusità, che tutto è cambiato, le ho comprato tutto il necessario: 2 nuove ciotole, una cuccia tutta per se e i cuccioli, cibo energetico, oltre non misurabili quantitativi di cibo prima negatole. L'ho anche abbracciata e carezzata senza remore, la nascita ti cambia, per sempre, io questo lo so bene. Poi, mentre lo spazzolavo, ho parlato con Ozio, a lungo, delle sue responsabilità, della sua nuova vita, gli ho detto che avrebbe dovuto abbandonare le sue vecchie abitudine di fuga, retaggio della sua prima vita di cucciolo abbandonato. Muovendosi, come sempre, apprezzava con muto assenso le mie parole, di cui non capiva che le vibrazioni che la tensione affettiva aveva creato. Ora, il miracolo non è, come per un attimo avrete pensato, quello della vita, della nascita, ma il miracolo di come due esseri viventi, che la variabilità dei caratteri aveva determinato due destini diversi, potessero convivere, non perché le aspettative dell'uno fossero riposte nell'altro, per effetto di bisogni reciproci, per puro possesso, o per mille altri motivi per cui ti puoi relazionare con un cane (ma non solamente con loro!), bensì semplicemente per effetto di primogenitura perché, comunque la pensiate, il perfetto equilibrio che richiede vivere in un piccolo, sperduto posto chiamato Terra, non ci consente che un'unica direzione da percorrere, quella dettata dal genitore che abbiamo in comune: l'amore.

Nessun commento:

Posta un commento