mercoledì 25 maggio 2011

Control + V

Quante volte vi sarà capitato di usare la funzione "incolla" del vostro pc, e come succede, per la troppa fretta, non rileggere quello che avete copiato. A parte errori eclatanti, che non sono così pochi, nemmeno nei documenti ufficiali,ne esisto alcuni di modesta entità che non alterano il senso del testo. Sono gli errori di "Prima generazione" come li definisce Dawkins, parlando di "geni", che non pregiudicano il "testo genitore", il suo messaggio.
Richard Dawkins è uno dei miei autori preferiti, è la mia fonte atea che supporta la mia vera anima, quella di ricercatore gnostico. In un suo libro famoso* Dawkins sostiene che gli errori di copiatura in natura sono quelli più interessanti in un ottica evolutiva, per l'imprevedibilità, nel lunghissimo tempo, del risultato.
Parlando degli errori di copiatura, quando ancora si ricopiava a mano, cita un famosissimo, e fondamentale, passo della Bibbia, e siccome la sua citazione era impegnativa, sono andato alla fonte: il Vangelo secondo Matteo.
Matteo 1.23:
"Ecco: la vergine concepirà e darà alla luce un figlio che sarà chiamato Emmanuele".
Dawkins sostiene che il termine "vergine" è un errore di copiatura, in quanto la parola ebraica "almah" (indicato nel testo di Isaia) significa "giovane donna" senza, dice Dawkins, implicazioni di verginità.
E se un errore dei "replicatori" * avesse lo stesso impatto della traduzione di "almah", cosa ci si potrebbe aspettare se con la controversa genesi del genere umano, una nuova e inaspettata specie di uomini che ricercano fino alla fine tutte le verità, che errori, voluti o meno, hanno celato ai loro occhi pigri.
Ma la natura vigliacca e cieca del genere umano, suggerita dalla sopravvivenza del gene o della specie non fa differenza, consiglia, gridando, meglio premere il tasto "erase" e chiudere lì, e ripartire dove tutto era iniziato: una pagina piena di errori.

*"Il gene egoista" Richard Dawkins, Mondadori 1995. I "Replicatori", l'autore immagina, e le pone come una delle colonne portanti della sua teoria, che esistano molecole evolute capaci di copiare se stesse.
Il riferimento al termine "almah", e tutto il resto, è contenuto nelle note dell'edizione 2011 a pag. 281 (Oscar Mondadori).

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