sabato 17 settembre 2011

Fuori tempo massimo

"Fuori tempo massimo" è un post dedicato all'inadeguatezza (principalmente degli uomini, come maschi) a comprendere i meccanismi temporali dell'amore e, mentre lo scrivevo pensavo che eravamo vicini alla fine del tempo assegnato anche in un altro spazio, per l'ossessione che mi deriva dalla lettura (in corso, per ricorrenza) del libro di Susan Blackmore "La macchina dei memi" e per quella sottile e determinante affermazione che mi aveva già istillato Richard Dawkins con i suoi scritti. Il messaggio che l'evoluzione dell'uomo, come del resto di tutte le specie, potesse avere come risultato ultimo la perfezione, un fine ultimo dai caratteri nobili, mi sta uscendo dalla massa grigia. Replicare la perfezione (intesa come bellezza, altruismo, generosità e via dicendo) era chiaramente un'idea un po’ romantica del "teatro della battaglia" che è la sopravvivenza, e ora che i geni, i memi (secondo le teorie accreditate dei due scienziati, e di molti altri) si replicano per se stessi, non per una strategia evoluzionistica della specie mi ha indotto a una riflessione. Da tempo mi era passata per la testa che non stessimo vivendo una fase evolutiva che ci potesse proiettare verso uno stato di armonia superiore, e la "teoria delle copie" che avanzano gli scienziati che si occupano di memetica, è ancora più sconvolgente della copiatura (trasmissione) del patrimonio genetico, in quanto copiare comportamenti (a carico dei memi, secondo la teoria) controproducenti per la specie, o forse per tutte le specie, è la tragedia che stiamo vivendo, caratterizzata da assurdi comportamenti di distruzione di massa, e se l'idea di Daniel Dennett di cercare un " design fuori del caos, senza l'aiuto della mente" nella logica dei caratteri ereditari e della loro variabilità, è imperativa, sembra urgente, necessario ricercare un disegno senza replicatori di comportamenti suicidi. Io darei l'eugenimemetica (neologismo dalla fusione di euegenetica più memetica) ai poeti perché non creino una specie che distrugga il pianeta, e che non voti, per farsi rappresentare, i pagliacci che ne officiano la fine.

Susan Blackmore: "La macchina dei memi" e altri ancora
Richard Dawkins: "Il gene egoista", "L'illusione di Dio" e tanti altri ancora (è il mio sé ateo)
Daniel Clement Dennett: "La mente e le menti" e altri ancora

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