mercoledì 28 marzo 2012

Spazio, Tempo E Globalizzazione

Spazio e tempo nelle società avanzate (dal solo punto di vista economico), sono concepiti come supporti dell’azione umana, poiché la stessa si svolge in un continuo perfezionamento del presente a distanza “zero”, in risposta agli stimoli della pragmatica consumista, in cui spazio e tempo perdono le loro estensioni di distanza e di durata e diventano fattori importanti della “trasferibilità ottimale”. Secondo Fabio Merlini la “mobilità globale, uniforma i mondi solo dal punto di vista della loro ricettività” in mancanza di questa caratteristica, i soggetti e i mondi, vengono limitati, nei fatti, nei loro diritti civili e di esistenza. Vivere in un continuo presente, è lo stato “esistenziale” necessario perché avvenga la “magia” del mercato globale (nel disegno oscuro del consumo all’infinito, dove presente e infinito, non sono antinomici ma correlati, dove il futuro è solamente l’estensione delle necessità del presente) e mentre inconsapevolmente rifiutiamo il passato, ci disinteressiamo al futuro (se non in rapporto alle cose che potremo avere) in una sorta di dissociazione antropologica. Mi piacerebbe recuperare la visione utopica di spazio e di tempo, e se “lo spazio assoluto ha una realtà propria indipendentemente dall’esistenza di ogni materia” (e non è funzionale o supporta scelte globalizzanti), “Il tempo non è altro che la forma del senso interno (a noi uomini, N.d.A.), cioè dell’intuizione di noi stessi e del nostro stato interno (“interno” anche come “anima” N.d.A.). Cancellando spazio, tempo e in assenza di un pensiero critico (che diventa il fattore determinante) nella sostanza, la globalizzazione economica perde la sua aspirazione, per scomodare nuovamente Kant, a diventare “legge universale”, per rappresentare l’aspetto autoreferenziale della stupidità umana.

Per questo post ho scomodato, e ascoltato:

Fabio Merlini, nel suo saggio: “L’efficienza insignificante” Edizioni Dedalo, 2009 e addirittura Immanuel Kant, nella sua “Critica della ragion pura” Laterza economica, 2005.

“Sinfonia Patetica” di Tchaikovsky.

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