lunedì 20 febbraio 2012

Un Mondo di Mondi


“La natura mette i paletti alla conoscenza”, quasi in una visione estatica, il maestro terminava la sua conversazione sulla logica della probabilità, e che, il consesso eterogeneo dei suoi discepoli, avrebbe dovuto, prosaicamente “digerire”, in tutto il tempo necessario, occorrente a ciascuno di loro. Le certezze delle convenzioni, e le convinzioni, fuggirono dalla mia mente, in un istante. Lui con la sua barba fluente, aveva ancora le braccia aperte, come ad abbracciare tutta la verità, anche quella celata, e a invocare per tutti i suoi allievi che fosse loro infusa, in un rito di fecondazione di massa, l’altra scienza, il sapere cosciente dell’anima, che già il seme cominciava a germogliare. La sua religiosità, quando parlava dei mondi microscopici, che determinavano il mondo conosciuto, rasentava la misticità: ” Io esisto, in uno spazio indefinito, in cui occupo una realtà posizionale probabile”. Non un’esistenza definibile da coordinate a tre dimensioni, bensì in una “classe di identità” senza fattori di determinazione che ne stabiliscano la certezza della sua condizione nello spazio, che esiste senza collocazione definibile.

Esiste certamente, senza certezze.

Se esistesse, continuava il maestro mentre il sipario lentamente calava, una teoria, con tutti i necessari elementi logico-matematici, che legasse insieme l’”Atomismo cosciente” e le leggi del cosmo, non vivremmo l’angoscia di immaginare, come sbagliata la legge del cuore o inverso, le leggi dell’universo, una soluzione elegante che possa legare Ahankara e i primi tre minuti dell’esistenza, come un fenomeno di “entanglement”, di due mondi apparentemente incompatibili per la loro grandezza, ma non per appartenenza, perché credo, gridava, oramai dietro le quinte, triste perché non poteva più vedere gli occhi delle sue creature, che la bellezza abbia bisogno di tutti i mondi che possiamo immaginare.



“Un Mondo di Mondi” nasce come ispirazione, nell’aula di fisica del professore Michele, ometto sempre i cognomi, non servono per identificare l’ispirazione, durante la quantizzazione delle possibilità della mente umana. Grazie

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