giovedì 16 febbraio 2012
Del dolore e della compassione
Quando ho pensato che nome dare al mio primo blog, non ho avuto alcun dubbio, perché quella frase di Leonardo Sciascia mi ritornava con dolore e ciclica ossessione nella testa, e mentre gli anelli giravano nella mia sfera cerebrale, si è reinserita un’antica “armilla”, per questo ieri notte, ho “riesumato” un altro pensatore, che diceva ciò che io ero (mi piace usare il verbo “essere” di esistenza, anche se i filosofi dicono che è solamente un “predicato”). Quale migliore momento, come quello che viviamo, per parlare di “Dolore”, “Compassione” e “Rappresentazione”, quale migliore momento, oggi, che piangiamo lacrime da teatro per i drammi della vita che altri realmente vivono. Se non ora, in quale tempo, parlare di finzione e mitologia della rappresentazione, certamente sarebbe stato più “moderno” sedersi a un tavolo e scrivere, appena uscito da un suschi bar, anziché in una fredda notte senza alghe, ma qui non si rappresenta, si vive!
Il mago
Tremante, trafitto da acute frecce di ghiaccio,
Da te sospinto, pensiero!
Innominabile! Velato! Terrificante!
Tu, cacciatore dietro le nubi!
Piegami, attorcigliami, torturato
D tutti gli eterni martiri,
Colpito
Da te, cacciatore efferato,
Tu – dio ignoto!
Colpisci più a fondo!
Colpisci ancora!
Torturatore!
Tu- dio-carnefice!
O, come il cane, debbo
Rotolarmi per terra davanti a te?
Mio dio ignoto! Mio dolore! Mia ultima- felicità!
Dei predicatori di morte
Ci sono tisici dell’anima: sono appena nati e già cominciano a morire e sono alla ricerca di dottrine della stanchezza e della rinuncia”
Dei preti
Di lacune consisteva lo spirito di questi redentori; ma in ogni lacuna avevano messo la propria illusione, il riempitivo che chiamarono dio.
Riferimenti:
“Il mago”- parte IV pag. 185;
“Dei predicatori di morte” parte I: i discorsi di Zarathustra, pag 52;
“Dei preti”- parte II, pag. 81, I brani sono contenuti, estrapolati e adattati da: “Così parlò Zarathustra”, Friedrich W. Nietzsche Newton Editore, 1980.
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