lunedì 13 febbraio 2012

La luce inutile


Ero preso da immutabili pensieri tra ” sesso e castità”, per parafrasare Battiato, che improvvisamente mi si forma nella mente un grande orologio, una esigenza tra il mistico e l’impellenza di fermare il tempo, e per un momento, ho invidiato coloro che possiedono verità e certezze assolute: che il numero dieci è quello immediatamente successivo al numero nove; che la montagna più alta della terra non è Mauna Kea; che quando pensano al sesso è quello, e alla castità, chissà! Ma a me, la strada devia sempre, decisamente.



Prima- La luce inutile



Lunghi giorni di pioggia
senza un ombrello
e le notti buie con la luce spenta.
Le bianche porte dai vetri colorati,
restano chiuse
quando invano il sole
cerca la più piccola ferita
per renderti felice
ma hai gli occhi chiusi,
e già vedi lontano il suo tramonto.



Seconda- Il Re dei Tempi



La piccola bottega era situata nella stradina più stretta, dell’angolo più buio, della piazza più piccola, dietro la maestosa torre dell’orologio animato della chiesa più grande, e là, in quel piccolo buco dimenticato, viveva e lavorava il più bravo orologiaio della terra, erano suoi tutti i meccanismi del grande orologio, il “Re del tempo”, lo chiamavano, nella sua piccola casa regnava incessante e magico il ticchettare del tempo. Era appena trascorsa una settimana, da quando il “Direttore del movimento”, la Signora che regnava incontrastata su tutto quanto si muovesse dentro e fuori il gigantesco segnatempo, gli aveva fatto una strana richiesta, per un nuovo, magico scenario animato: “Voglio che tu costruisca la vita dell’uomo, dalla nascita alla morte, nel giro di 180 gradi, nella mezza luna che percorrono tutti gli abitanti dell’orologio”. Una settimana, sette giorni, gli sembrava un tempo così insignificante che, quasi non credeva, che avesse già realizzato quella magnificenza, almeno nel suo modello in scala, che ora poggiava su una stana asse trasparente. Una grande sfera, che ruotava su se stessa, in un complesso moto che coinvolgeva i poli e gli assi equatoriali, con una velocità mano a mano crescente, 180° e ritornava con gli assi allineati in verticale, paralleli all’asse trasparente. La luce era la cosa più impressionante, cominciava, appena uscita dal ventre dell’orologio, con un’esplosione accecante e, durante la rotazione, la sfera andava perdendo luminosità in modo impercettibile, perdeva luce e accresceva la sua bellezza. Andavano aprendosi, a 2 a 2, degli “spicchi” uguali, ora a est e a ovest, poi a sud e a nord e simmetricamente, si apriva a coppie ogni parte di quell’incredibile oggetto. Ogni segmento mostrava al suo interno ogni cosa conosciuta, e dall’altra parte, al suo opposto, materia oscura, cose e luoghi immaginari. Quando la sfera terminava il percorso previsto e, rientrava, dalla parte opposta nel ventre magico del tempo, un punto luminoso, al centro della rotazione, brillava, sempre con minore intensità, fino a quando la sfera non completava i restanti 180°, non vista, e alla conclusione del tempo ideale di rotazione, la luce si spegneva, per ricominciare, all’infinito, la processione degli altri elementi del tempo. Quando il Direttore del Movimento, vide in funzione quella meraviglia, a mezzanotte dell’ultimo giorno, guardò con molta attenzione, e poi scoppiò a piangere, come una bambina, abbraccio il Re del Tempo e gli disse: ” Io pensavo che non avessimo più alcuna speranza, che tutto si sarebbe dissolto, ma ora tu mi hai indicato la luce. Quando finirà questo ciclo, dove le barbarie hanno offuscato l’amore, verrà il tempo, che la luce si riaccenderà e la bellezza soppianterà tutte le forze oscure”. Restarono abbracciati fino a quando fu buio. Dovevano attendere il tempo giusto, e tutto sarebbe cambiato.


Terza- Mi allontano senza fretta


Cammino senza meta e senza ritorno
osservo i movimenti delle cose,
un vento lontano dirige la leggerezza
lontano da me,
ma voglio andare piano
e vivere
la meraviglia del tempo sprecato ad amare.



Voglio precisare che “10” non è solo un numero, è per esempio: 1 e 0, che, per chi mastica di informatica, è magia pura. Anche sull’altezza del Mauna Kea avrei qualcosa da dire, ma per questo debbo ringraziare Agnese: il vulcano è alto 10.205 metri, di cui 4.205 metri sopra il livello del mare; l’Everest è alto 8.848 metri. Bisogna sempre consultare un bambino prima di Wikipedia, e non guardare solamente la superficie.



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