lunedì 28 maggio 2012

La logica del ragú

“Occorre dunque stabilire anzitutto, quanti siano i fini di coloro che discutono per primeggiare, con vera ostilitá” , l’odore del ragú dominava, in quel momento, anche le idee. Il rugú é identitario, non ha bisogno della “logica” che, di odori diversi, opposti, si nutre e anche se le ricette sono molte, ognuna, conserva gelosamente la propria identitá. “In effetti costoro si prefiggono, prima di ogni altra cosa, di suscitare l’apparenza di una confutazione”. Aristotele si insinua, timido tra il trito profumato di terra: cipolle, sedano, carote e, mentre lo sfrigolio muta in concerto, mi viene in mente che, una delle prime cose che ho imparato delle classificazioni in logica di Atistotele, Eristica, mi aveva appassionato, come la preparazione del ragú, perché l’idea che si potesse discutere di un argomento basato su una premessa falsa, era come ipotizzare la preparazione del ragú per un pasto veloce. Nella premessa (in filosofia) sono contenuti gli elementi da cui si deducono le conclusioni, nascono nella premessa e si sviluppano nel discorso, in logica la premessa é il fondamento. Il ragú si stava sviluppando sulla premessa di:
il tempo necessario;
la giusta base vegetale;
e la carne, cotta prima e prima scelta con sapienza.
Premessa e argomentazione impeccabili.
Ultimamente ho sentito moltissimi discorsi di politici- “cuochi” basati su premesse false, e tutti a bocca aperta, non per mangiare il mio ragú, ma per abboccare. E poi c’é chi non mangia il ragú per l’eccesso di calorie che contiene, ma é disposto ad ingoiare, a zero calorie, le falsitá che tutti i giorni ci propinano. Io preferisco ingrassare, logicamente.










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