martedì 4 gennaio 2011

Non ho una terra

Tante sono le tragedie umane direttamente, o indirettamente derivate da un modello economico folle. Quando sei privato della tua identità, delle tue origini, perché la terra è diventata un unico sterminato luogo di consumo per pochi, c'è da chiedersi se una specie che si evolve (?), possa essere tanto cieca, tanto sorda da non sentire l'assordante rumore della sua distruzione.

Queste parole le dedico al popolo Mapuche, il popolo della terra.

Non ho una terra per chiamarmi donna.
Non ho una terra per chiamarmi uomo.
I nostri figli non possiamo chiamarli bambini,
non hanno una terra.
Le nostre favole non potremo più raccontare all'ombra del grande quillay
dissolta dalle abbaglianti luci del centro commerciale:
la nostra nuova terra.

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