giovedì 26 aprile 2012

Quando la "Negazione" contiene il "Principio".


Uno strano modo di convincere i cittadini inconsapevoli, chi, in assoluta malafede pronuncia: "populista" e, udite, udite "demagogo", veramente uno strano modo. Guenon tra le meraviglie che ha detto, una, contenuta nel titolo di uno dei suoi libri, mi pare appropriata: "Il regno della quantità" (il titolo completo è "Il regno della quantità e il segno dei tempi"), perché nella logica ideologizzante del possesso sfrenato, non abbiamo tempo (?) per riflettere, analizzare direi, “logicizzare” i processi comunicativi, ci vuole un po’ d'impegno, che si traduce in tempo, che traduciamo in negazione della sostanza, a favore di una veloce e poco incisiva accettazione di slogan. Ora lontano da me, spiegare parole come "populista" e "demagogo" che hanno ben altre accezioni, ma che, ad arte, sono usate per disinformare i più distratti, aggiungo che, vivere sempre nel presente, come sostiene Fabio Merlini nel suo "L'efficienza insignificante. Saggio sul disorientamento " è la condizione necessaria perché si concretizzi il paradigma del perfetto uomo moderno: il consumatore. Merlini non a caso, pone questa nostra condizione come causa primaria di un disagio psicologico (e non solo) sempre più crescente dell'uomo moderno e, il fattore tempo (vivere sempre nel presente e correre) perde la sua estensione naturale, muore, essendo sempre “presente”, da questo nasce la parola indicata nel sottotitolo dello stesso autore: “disorientamento”. Più sei disorientato, più sei manipolabile e, con maggior facilità, accetti slogan e giudizi (pregiudizi è meglio). Tuonando, senza aggiungere contenuti e ragioni, "populista" e "demagogo", si ottiene l'effetto desiderato, perché scatta un meccanismo di autoconservazione che ci fa pensare: "ma se sale un demagogo al governo, potrò comprare quel telefonino così in, per fotografare i miei idoli, domenica?" Ora pongo una questione filosofica,indicata nel titolo,se dico, come qualcuno dice:"Non rubare" (frase attribuita a un giovane populista anni addietro) è necessario spiegare i principi generali, dissertare, confrontare pareri sul perché non si deve rubare? Vi sono talune cose nella nostra vita, che dovremmo dare per scontate, se il nostro Presidente dicesse: "Ama il prossimo tuo come te stesso", non avrei ragione di dirgli, spiegami perché. Perché le basi della civiltà, delle relazioni, la ratio su cui si fonda la stessa vita del genere umano ragionevole, dovrebbero essere incise a fuoco, o sulla pietra, se preferite, nelle nostre menti e nel nostro cuore. Se ti dico non rubare, non mi dare del populista, per un telefonino di merda, demagogo!

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