sabato 23 ottobre 2010

Per il bene comune...

Oggi, da più parti senti, sempre più spesso, ripetere: per il bene della nazione, per il bene degli italiani e così via dicendo. Mi sono ricordato di avere letto un passo di un libro di uno scrittore, e non solo scrittore, eversivo (i miei preferiti), vestito in maniera strana, un lungo abito nero, con un inserto bianco sul collo, un anticipatore di un noto stilista? Vi riporto un brano di uno dei suoi più famosi scritti:
“Tutto il problema consiste nel domandarsi come in materia politica bisogna concepire il bene comune. Le monarchie assolute dell’ancien régime, certo, ricercavano questo bene comune e fecero del loro meglio per raggiungerlo; ma questo bene esse lo videro attraverso le lenti degli interessi della propria casa reale; i diritti, la dignità e la gloria del monarca erano la loro grande preoccupazione e il bene comune si misurava volentieri dal raggiungimento di questo fine particolare, il giudizio dell’utilità particolare doveva coincidere con quello dell’utilità generale. In caso di conflitto tra i due novantanove volte su cento prevalsero gli interessi della casa regnante su quelli della nazione ….. Questa concezione utilitaria si trasforma a poco a poco in concezione morale quando si passa dall’utilità di un solo individuo … a quella di un gran numero di individui … Insomma più il vantaggio ricercato è d’interesse generale, più la politica tende ad assumere i caratteri della moralità, e meglio essa raggiunge il suo vero fine.”

Luigi Strurzo, Morale e Politica, pag. 83-Andrea Vigliongo e c.- Editori Soc. r.l., collana Cultura Sociale, 1946 Lire 200
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